giovedì 30 maggio 2013

Non è amore.

Seavessi casa, interno sera, prima di nanna.

Infanta _mamma, sono triste...

Seavessi _ perché amore mio? Hai dei pensieri?

Infanta _un po'... mamma, il fidanSato... non gioca tanto con me, gioca coi suoi amici maschi. E oggi mi ha spinto giù dalla panchetta!

Seavessi _amore, è normale, un po' gioca con te e un po' con gli altri, ma se non sei contenta e non vuoi più che sia il tuo fidanSato, devi solo dirglielo e bon.

Infanta _no mamma, io voglio che sia ancora il mio fidanSato, ma sono triste.

Seavessi _amore mio, non è così... non devi essere triste. Tu sei il mio amore meraviglioso e stupendo e se lui gioca con gli amici maschi peggio per lui, non devi restarci male, peggio per lui se non ti apprezza. Vedi amore, ci si fidanSa quando si è innamorati, e l'amore è una cosa che ti fa stare bene, se no non è amore. Se ci devi restare male, non è amore, se diventi triste, non è amore, se non ti piace come ti tratta il fidanSato, non è amore. Se il fidanSato non capisce che è fortunato a giocare insieme alla mia Infanta meravigliosa, allora non è amore.

Infanta _mamma ma...

Seavessi _no ascoltami. Una donna, e tu sei una donna piccola, non ha bisogno di un fidanSato per forza, sta bene anche da sola, è perfetta e meravigliosa anche da sola e questo te lo devi ricordare sempre amore mio, tu non hai bisogno di nessuno, non ti serve aver bisogno di nessuno, perché chi ti ama ti starà vicino comunque, se no non è amore. Amore è stare bene insieme, amore è quando vuoi che un altro stia bene e sia contento. Non è amore soffrire, non è amore se qualcuno ti fa male, è solo male e se qualcuno dice che è amore tu devi scappare lontano da questo stupido che ti dice che è amore, perché non lo è, tu devi venire dalla tua mamma e scappare via da chi ti fa male e ti dice che è amore, perché non è amore, hai capito? hai capito amore?

Infanta _mamma perché fai così? mamma?

_perchè amore mio tu lo devi sapere, te lo devi ricordare sempre, prima ancora di come ti chiami, che sei stupenda e meravigliosa e speciale e non hai bisogno di nessuno, e se un cretino cerca di farti credere il contrario tu devi scappare, devi dirgli che è un cretino e scappare e correre dalla mamma e dal papà, perché non è amore quello, e se qualcuno ti fa qualcosa di brutto, ti fa male e dice che è amore, tu gli dai un calcio nelle palle e scappi, scappi via forte e lontano, e corri dalla mamma, perché non è amore, hai capito Infanta? hai capito? Dimmi che hai capito!

MaritoNP _ohi, cosa succede qui?

Infanta _papà, la mamma piange...

Seavessi _ diglielo, diglielo anche tu, che lo deve capire, che se qualcuno le fa male NON E' AMORE, che nessuno deve permettersi di toccarla con un dito se lei non vuole, men che meno farlo passare per amore, DIGLIELO!

MaritoNP _ok, calma, la spaventi, respira.

Seavessi  (coi singhiozzi) _ ma io HO paura.

Marito NP (abbracciando Seavessi ) _ Amore.

Infanta _mammapapà?

Seavessi e MaritoNP _sì amore?

Infanta (perplessa) _cos'è un calcio nelle palle?




(Violenza sulle donne: Aula della Camera vuota per il voto sulla Convenzione di Istanbul) 






mercoledì 29 maggio 2013

Anch'io, anch'io!!!!

Seavessi ha rosicato per mesi.

Seavessi ha rosicato tanto, perché io no? perché?

Seavessi ha avuto un lampo di genio, lampo nella notte, faro nella nebbia, passante che ti indica il bar più vicino.

Seavessi ha pensato, e se mi facessi avanti io?

Seavessi lo voleva tanto, quel bollino.

Quale?  Questo!!!


Perché?

Intanto perchè è bello. 
Poi perché a fare parte di un club ci si sente subito più contenti, più amichevoli, più socievoli, e sa il Cielo se Seavessi non ne ha bisogno.
Poi perché... leggete la descrizione:

-se  hai un blog dai numeri limitati e risicatissimi
-se ti capita di non capire una cippa di wordpress.org
-se aborri il SEO
-se dalle chiavi di ricerca su google ti trovano con le parole più strane
-se adori scrivere e sai usare anche i congiuntivi e gli apostrofi

Capite bene che Seavessi VOLEVA esserci. E ha rosicato, pensato, e alla fine s'è fatta coraggio e ha scritto a Luciebasta implorando l'ammissione, tipo matricola di film americano che staziona davanti alla porta della confraternita.
E Luciebasta ha detto sì, senza neanche sottoporre Seavessi a tremende prove di ammissione tipo leggi un libro INTERO di Moccia o ascolta un'intervista della Gelmini senza sacchetto vomitillo a portata di mano.
(si vede che l'ignoranza di Seavessi n materia di SEO e Wordpress era lapalissiana)
Così da oggi pure Seavessi può bullarsi del bollino nicchione, e si sente tremendamente orgogliosa, per essersi autoinsegnata una lezione difficile,
cioè che tante volte,
se vogliamo una cosa,
intanto possiamo cominciare a chiederla.



martedì 28 maggio 2013

Emossssion.

Oggi trovate le mie perle di saggezza, le mie ragionate opinioni, i miei brillanti aforismi su Genitori Crescono.

(sì, lo trovo piuttosto incredibile anche io, ma ho controllato e CI SONO DAVVERO! Oh mamma ci sono DAVVERO!)


lunedì 27 maggio 2013

Sì.

Che poi, perfino le mamme un po' rattoppate come Seavessi, quelle senza piano educativo concordato con marito pediatra tate e nonni, quelle un po' alla comunque vada sarà un successo, quelle che confidano un po' in Tata Lucia e un po' nel Signore degli Ubriachi, perfino a loro capitano i momenti di cristallino splendore.

I momenti come ce li raccontavano al corso preparto, ve li ricordate (voi, che siete andate al corso preparto, non come Seavessi che faceva taglia)? I momenti in cui pizzica la magia, in cui voi e chi avete partorito (o adottato o quel che che l'è, vostro figlio insomma) siete due persone diverse ma un solo sentire, in cui ci si guarda negli occhi e ci si riconosce, attraverso chissà quante vite, oh santo cielo, sei tu.

I momenti in cui pensate che vale la pena di farsi largo a gomitate in mezzo al casino delle vite vostre e altrui, ché non nascondiamoci dietro il dito, gli Infanti hanno dimensioni ridotte ma ingombro notevole, così notevole che a volte non ci sta nient'altro, altro che elefante nella stanza, ma non importa, ne vale la pena per la meraviglia di uno sguardo che ti trapassa da parte a parte.

I momenti in cui nel bel mezzo di un sabato mattina singlemode, di freddo e pioggia, mentre sembra che niente cambierà mai, che il futuro sia costellato di notti a singhiozzo e giorni urlanti, le chiacchiere al parchetto come epitome dello scambio interpersonale, la doccia serale come zenith della giornata, mentre sembra che tutto resterà immobile per sempre, il mio respiro e le loro richieste, i momenti in cui all'improvviso appare l'azzurro in mezzo al cielo cupo.

I momenti in cui capisci che non ci saranno solo parole ripetute tante volte da perdere ogni significato, lisi cenci di linguaggio, stai buona stai brava stai ferma un minuto ti prego oh, ti prego, un minuto solo. I momenti in cui finalmente questo monologo allucinante e allucinato diventa, infine, un dialogo.

Il momento in cui fai una domanda, e la piccola, graziosa palla di anarchia che stai allevando ti risponde a tono. Non a urlacci, non ignorandoti, non sorridendo a caso.

Proprio TI RISPONDE.

E dice.


(minuto 1.18)

Tutto
Improvvisamente
Ha
Senso.



Eh?


Come?


Come sarebbe "qual era la domanda"?


Ehm.

La domanda era

Amore mio, devi fare la cacca?








PS
Non ce l'avevo in mente quando ho iniziato a scrivere, ma... che ne dite se facciamo un altro Caccapride Day? Io mi ero divertita un sacco!






sabato 25 maggio 2013

Quello che non sa.

Fra poco arriverà la Tina; Seavessi immagina che sia già in strada, o poco ci manchi.

Ed è tutta la mattina che Seavessi ostentatamente ignora l'avviso di FB che le ulula OGGI E' IL COMPLEANNO DELLA TINA, STORDITA CHE SEI, DILLE ALMENO AUGURIIII!!!!

(perché, a voi non dice così FB?)

E gira largo pure dal telefono, Seavessi, per non cadere in tentazione di mandar messaggi.

Quello che non sa, la Tina, è che l'Infanta ha lavorato tutta la mattina a una ghirlandona di cuori colorati da regalarle,

quello che non sa è che c'è una torta ad aspettarla, un po' sgnaccata causa brusca frenata di ritorno dalla pasticceria, ma buona lo stesso e lo stesso con sopra rose e farfalle,

quello che non sa è che abbiamo una candelina da spegnere che l'aspetta.


Quello che sa, si spera, è che qui le vogliamo bene.

giovedì 23 maggio 2013

metti la toppa, togli la toppa...

No, perché a volte Seavessi ha l'impressione di avere una vita particolarmente patchwork; no, meglio, che la sua vita sia particolarmente bella quando diventa patchwork.

Sabato scorso.

Seavessi urgeva, anelava, bramava andare al Salone, dove UmbertoAmore e il Pelatino se ne stavano riuniti in comunione di amorosi sensi e biro firmanti copie, e dove in più c'era la Tina ed era un anno che Seavessi aspettava di andare al Salone con la Tina, tipo quando dite oh, sto a dietissima per tre mesi e perdo dieci chili ma quando ci arrivo mi sbafo una scatola intera di magnum quelli classici non quelli nuovi tutti alternativi che son poco seri.
Ecco, Seavessi aveva QUEL tipo di urgenza di andare al Salone.

NO!

Gita dell'asilo all'Acquario di Genova.

E va beh, mettiamoci una toppa, sarà una bella giornata con le amichette, due chiacchiere con le mammeamiche, un pezzo di focaccia.

NO!

Diluvia che Noè ha cercato di imbucarsi sul pullman, pullman con posti assegnati che non era lo stesso delle amichette, focaccia non pervenuta.

E va beh, mettiamoci una toppa, siamo sul pullman col fidanSato, ci divertiremo all'Acquario, mi ricordo quel pezzo bellissimo interattivo, all'Infanta piacerà.

NO!

Il pezzo di Acquario interattivo è in restauro, i lamantini beati loro ronfano che è un piacere, i delfini ci snobbano, il fidanSato non apprezza gli Qquali..

E va beh. Prima o poi torneremo a casa, mettiamoci una toppa. trasciniamo questo asilo fradicio alla Città dei Bambini, approfittiamo dell'ora libera per sobillare altremamme che volevano andare al Salone e seminare zizzania per due lustri a venire.

No.
Momento epifania.

Trascinando se stesso, un po' camminando e un po' guadando, verso la Città dei Bambini, Seavessi e Mammacakedesigner inciampano nello stand della Tescoma.

(disclaimer: questo NON E' un post sponsorizzato, ma gli piacerebbe da morire esserlo, per cui se mai al signor Tescoma scappasse di mandarci uno scatolone di caccavelle, ecco,  non si trattenga signor Tescoma, segua il suo cuor.)

Seavessi e Mammacakedesigner  depositano le figlie alla città dei Bambini, ma ora hanno una missione: il Corso di Cucina con lo Scef. Ignorano chi sia lo Scef, cosa diamine si cucinerà, se meringhette al limone o rognoni con polenta, ma HANNO UNA MISSIONE. 
Ci hanno messo una megatoppa, e torneranno a casa con cataloghi gadget e altre gioiose inutilità.

Quando sotto l'acqua a secchiate riescono a tornare allo stand, Mammacakedesigner avvista quello che a Seavessi sembra un animatore da oratorio, un caposcout, al limite un rappresentante di classe di una quinta ginnasio.

NO!

Trattasi di Scef famosissimo internazionale pluridecorato sul campo croce d'argento all'onor gastronomico.
L'idolo di Mammacakedesigner.
Seavessi fa OOOOOOH, sorride e abbozza, qualcuno prima o poi le dirà chi è il Caposcout.

Ma la toppa più grande, la meraviglia assoluta del giorno, è arrivata. E non è nello Scef, non è nella pioggia, non è nella gita e neanche nel Salone.

Mammacakedesigner è una bella ragazza, piuttosto riservata ma molto carina, ma a quel punto assomiglia,, come tutti, a una spugna strizzata.
Ma quando vede lo Scef, quando comincia a parlare con lui di corsi, di torte, della capacità dell'impastatrice... Mammacakedesigner diventa bellissima.

Seavessi la guarda, con gli occhi sgranati. Allora è QUESTO che diventa un timido quando è felice? Questa cosa luminosa, che si trattiene a stento dal saltellare, questa specie di pallamatta di gioia che sta ferma eppure rimbalza, come la risata di un bimbo piccolo?

Santo cielo, è stupendo. E' questo che vedono gli altri, quando noi magari cerchiamo imbarazzatissime di trattenerci, di non essere sguaiate, invadenti, di non fare NON CI POSSO CREDEREEEE tipo Aldo? Davvero diventiamo questa meraviglia?

Che stupide siamo, a nasconderlo per malintesa educazione.
Che belle che siamo, davanti alle cose che amiamo.

Umbertomonamour, all'anno prossimo.


(questo è un post #mettilatoppa ispirato da  Genitori Crescono )

martedì 14 maggio 2013

Cinque anni. Oggi. Anzi, due giorni fa.

Ricorre oggi l'anniversario del dì fatale in cui L'infanta, dopo strenua resistenza, si arrese alla soverchiante superiorità delle truppe nemiche e fu infine costretta da un chirurgo a mollare l'assedio della panza materna, dopo 42 settimane due induzioni fallite-come-neanche-fatte e nemmeno l'ombra di un inizio travaglio.

Bisogna dargliene atto, ha venduto cara la pelle.

Spumante, ricchi premi e cotillons?

Sì, anche, e sorrisi, e tanti pensieri.

But I had it coming.

la settimana scorsa, a domanda _Infanta amoredelmiocuore, visto che quest'estate salvo miracoli lavorativi che per ora non paiono in vista mammà tua è a casa, vuoi stare a casa dal centro estivo? Eh??? Andiamo in piscina, ti svegli tardi con calma, stiamo un po' insieme, vuoi stare a casa con mamma?

Venne risposto _NO.

Ho una figlia col dono della sintesi.

Ma era solo l'antipasto.

Domenica pomeriggio dopo un paio di tentativi a vuoto Seavessi e la prole sono infine approdate con successo alla Fattoria.
Bon.
Infanta incantata.
Infanta stregata.
Infanta ammaliata.

Più tardi NonnaG, anche lei del gruppo, dirà che c'è qualcosa lì che rimane addosso ai bimbi, come un buon profumo di prato.

Tornando a casa in macchina, così senza anestesia, in tutta naturalezza

_mamma, ma i bimbi vanno lì d'estate?  disse l'Infanta

_sì amore mio.

_ma con la mamma?

_no amore, senza mamma.

_ah.
_... (coredemamma, lo so sei piccina, vuoi ancora la mammachetidaibacioniprimadidormire, frittella mia che follia, andare in giro senza mamma così prima dei 35 anni, lo so lo so)

_mamma senti, anche io quest'estate voglio andare lì.

_(brucia una curva, schiva un albero e inchioda con nonchalance) eh?

_voglio andare anche io lì dalla Caterina, e dormire lì senza mamma.

_(choc post traumatico, le appare una visione di Tata Lucia che le elenca le sue manchevolezze come madre, genitore, donna e mammifero) dormire lì?

_sì mamma. Mi porti  e mi vieni a prendere dopo... due nanne grosse. Ma... mamma (con voce tremante d'emozione)

_(no Tata Lucia, non ho allattato, mea culpa, mea culpa)

_mamma... per quando vado... mi compri  uno spazzolino nuovo????


Ora Seavessi è alle prese con due ordini di pensieri.

Il primo è il lato organizzativo, reso complicato dal fatto che l'agenda estiva dell'Infanta è un delirio, e Seavessi non ha idea di come funzionino le vacanze in fattoria. Ma si risolve.

Il secondo, ovviamente, è la grandinata emotiva causata dal fatto che una neo cinquenne non veda l'ora di stare alla larga da mammà sua.
S'è crogiolata nei sensi di colpa, Seavessi, s'è rotolata e rosolata ben bene.
poi ha deciso.
Tutto questo non è segno della fine del mondo.
E' segno che il bieco proposito che Seavessi cova dal test positivo in poi, cioè costruire bimbe mutanti con un ego sterminato, un'autostima in grado di tenere a galla il Titanic, sta avendo successo. Non è che non voglia bene alla mamma, l'Infanta. Ma sa di poter fare senza per un po', perché la mamma sarà lì ad aspettarla quando torna.

Pensieri, pensieri.

Capirete però, che per quanto riguarda Seavessi, l'Infanta, gli anni, li ha compiuti domenica.


sabato 11 maggio 2013

L'aliena

No, nemmeno Seavessi è così. Seavessi rifugge da taluni aspetti del consumismo, ma mettile davanti una crema viso restrutturidratante agli ioni di jojoba maculata  honduregna scontata del 57% e avrai vinto il suo cuore e i suoi 6.85 euro.

Seavessi non ha GROSSI desideri.

Ma ne ha un'infinità di piccoli, il filtro da tè a forma di elefantino, il libro nuovo della Nigella, l'orchidea giallo crema puntinata di granata vista al Botanic.

Insomma un sacco di roba, tutta tendenzialmente sotto i 30 euro ma un sacco di roba.

E poi Seavessi ha 3quasi6 anni, non ha più quei desideri violentissimi e indispensabili che poteva avere da piccola, quando dal possesso della Maglieria Magica pareva dipendere il destino delle magnifiche sorti e progressive.

Ma ve lo ricordate, quella gommina del Mulino Bianco che ce l'avevano tutti tranne voi, quanto la desideravate? O il Dolceforno, o Affonda la Flotta con le lucine fighe, ma quanto li volevamo, con la testa il cuore e lo stomaco?

Fra tre giorni di numero è il compleanno dell'Infanta.

La giovane ha espresso un mese fa un desiderio, il monopattino, subito intercettato dai NonniG con grandi pernacchie a Seavessi che ancora stava in braghe di tela in tema di regalo.

Due giorni fa la Capessa delle Altremamme chiede a Seavessi _senti, ti va bene se per l'Infanta ci mettiamo tutte insieme e prendiamo Nonsochenintendo? Abbiamo fatto così per tutte le amichette del gruppo, chiedile solo che colore vuole.

A sera, Seavessi esegue.
_Infanta, senti, lo vuoi pure tu il Nonsochenintendo come tutte le tue amiche? Per la tua festa?

_mmh.

_Infanta abbi pazienza, dobbiamo dirlo alle Altremamme, ti piace sto coso o no?

_mi piace tanto così (avvicina pollice e indice a circa un centimetro di distanza)

_Infanta capivamoci: non lo vuoi? Porcatrottola io ho già detto che andava bene. Cosa vuoi?

_Libri e vestiti.

_Vestiti?

_E libri, mamma.

Seavessi disinnesca il regalo non voluto, l'Infanta viene guardata con stupore dalla Altremamme.
Ma com'è e come non è Seavessi ancora non sapeva cosa volesse l'Infanta da Mammaepapà.

E stamattina c'ha riprovato.

_Infanta, c'è qualche libro o vestito particolare che vuoi? O un'altra cosa?

_(ci pensa. è chiaramente in difficoltà)

_amore ci vuoi pensare ancora un po'? 

_(illuminandosi) mamma posso dirtelo dopo? cioè, tanto dopo?

_(perplessa) eh.. sì... cioè, come vuoi... il tuo compleanno è martedì...

_eh, allora facciamo che il regalo me lo fai dopo. Tanto dopo. Quando mi viene in mente una cosa che voglio tanto tanto, te lo dico e mi fai il regalo di compleanno.


No, neanche Seavessi era così.

martedì 7 maggio 2013

Il fidanSato.

L'Infanta si è fidanSata

con un biondino coi ricci e gli occhiali

si è seduta vicino a lui sulla panchetta dell'asilo, e gli ha chiesto vuoi essere il mio fidanSato?

e lui ha detto di sì

e ora giocano sempre insieme, dice la maestra,

e all'ora di uscire, l'Infanta e il fidanSato hanno bloccato le rispettive madri

millantando e imponendo inviti reciproci,

e alla Gita all'Acquario di Genova, hanno chiesto

di potersi sedere vicini sul pullman, perché, appunto, sono fidanSati.

Seavessi ripensa un po' al Mioluca, ma le elementari, per un'Infanta dell'asilo, sono distanti come un erasmus in Finlandia, le scale che portano alla scuola dei grandi sono viaggi avventurosi, quei pochi mesi in più sono un altro mondo.

E allora benvenuto fidanSato biondino coi ricci e gli occhiali,

comportati bene,

e dalle la mano, quando sarete in Gita all'Acquario di Genova,

la mia Infanta sai, è emozionata,

vuol farti vedere gli Squali.

venerdì 3 maggio 2013

E'unangelo e Verdun

E'unangelo è l'Infanta. Fin troppo facile.
L'Infanta che ha pianto quando Seavessi l'affamava, e poi solo per le necessità stringenti, uno di quei bambini    che quando piangono hai ragione di pensare che abbiano un problema su cui devi intervenire, risolto il quale non piangeranno più.
L'Infanta bionda e chiara come un elfo, sensibile come una mimosa, sorridente e riservata.

Revoluciòn, manco a dirlo, è Verdun. Si porta addosso la rabbia del mondo, neanche lei piange, lei URLA. Urla ogni volta che il mondo non va come vuole lei, urla come una pazza finchè le manca il fiato, urla e tira pugni all'aria (se hai fatto in tempo a spostarti, se no auguri).
Urla a chi non le dà il biscotto, all'amichetta che litiga con sua sorella, urla al nonno che non la porta sul trattore, urla alla pioggia, urla a Seavessi che non capisce i suoi moti di protesta. Urla ogni volta che il suo mondo piccolo è ingiusto. Non ha problemi che la mamma possa risolvere, ha istanze di principio, ha grida di ribellione.

Poi sorride, e ti accorgi che dietro le urla c'è quella sfumatura di rosso dei capelli, giusto un sospiro, non si vede sempre ma c'è, e gli occhi color temporale a luglio, e la immagini grande, necessario complemento a uno della sua elfica e sussurrante sorella maggiore, la immagini che al fin della licenza, io non perdòno e tocco, ancora con quel niente di rosso nei capelli, ancora col temporale negli occhi sorridenti, e scopri che anche se è difficile essere la mamma di tutta questa revoluciòn così concentrata in un affarino di 15 mesi, non la cambieresti di una virgola,

Perché come dice con semplicità Gervaise, anche Verdun è un angelo.




PS se E'unangelo, Verdun e Gervaise vi suonano estranei, fatevi un regalo e rimediate, ne sarete felici :)

giovedì 2 maggio 2013

Lasciare che piova.

Ieri è venuta la Tina a trovare Seavessi, e tanta perseveranza della fanciulla a palesarsi in un ambiente in cui poi deve asciugare moccio, inseguire leprotti e fare da modella a ritratti a pennarello è da una parte ammirevole, dall'altra ha qualcosa di recidivo. Ma Seavessi sospetta che la Tina la venga a trovare per guadagnare punti e ottenere un karma fantastico nella prossima vita.

Seavessi medita se non potrebbe farne una professione, fare annoiare la gente a morte in modo che nella prossima vita abbiano tutti un karma ricchissimo e interessante.

va beh.

Mentre cercava di rifilare alla suddetta Tina dei libri vampireschi che la Tina non aveva alcuna intenzione di leggere, al grido di _tutti abbiamo bisogno di scempiaggine, la scempiaggine E' TUA AMICA!!!! Leggine solo tre capitoli e ti troverai alle due di notte in pigiama davanti alla Feltrinelli chiusa, a implorare per l'amor del Cielo Onnipotente una copia di  ZeroZeroZero!!! 

va beh again.

Avevate mai notato in Seavessi una certa tendenza a divagare? No? Sul serio? perchè per esempio anche quella volta che col marito entrammo in concessionaria per comprare una macchina e uscimmo con cinque copie del calendario degli Eroi senza Tempio, il marito stesso fece notare a Seavessi che-

Eh, va beh, appunto.

Mentre Seavessi, essendo nient'affatto di parte, tesseva alla Tina l'Elogio della Fesseria, dalla sua nebbia intracranica è sbucato un pensiero.

Non è colpa tua.

In realtà "colpa" non è la parola corretta. Usiamola per brevità ma è del tutto sgradevole. Il concetto è più vicino a "non è sotto il tuo controllo", "non puoi fare di più".
Come molte (molti? non saprei) della sua generazione, Seavessi è un po' vittima della filmografia americana anni '80, se lo vuoi tantotantotanto lo otterrai, se ti impegni abbastanza puoi smuovere le montagne, se ci credi davvero entro fine film avrai il lieto fine.

Il risvolto tremendo di questo ragionamento che sembrerebbe incoraggiante è "non ce la fai? Non l'hai voluto abbastanza". Ma ci sono molte cose al di là del nostro impegno, cose enormi e cose piccole che diventano enormi nella vita quotidiana.

Ecco, usiamo la parola colpa al posto di "non s'è impegnato abbastanza".

Per esempio.

Non è colpa mia se non ho ancora trovato lavoro. Ci ho messo impegno e cuore, certamente abbastanza, ma non tutto dipende da me.

Non è colpa mia se alle bimbe manca il papà, e se io non sono perfetta a fare la parte di tutti e due. Faccio del mio meglio, e se non sempre riesco, ciò nulla toglie al fatto che sto facendo del mio meglio.

Non è colpa mia se la casa è in versione Baghdad post bombardamenti quando arriva la prozia Anselmina, se la prossima volta avverte prima magari non ci trova che giochiamo a Colora la Sorellina coi Pennarelli.

Non è colpa mia se l'Infanta odia il casino e va in crisi alle feste rumorose, non è un difetto, è una sua caratteristica, e che l'abbia presa da me o no l'Infanta non la cambierei con niente al mondo, e fustigarsi rimuginando sui miei geni asociali a poco serve.

Non è colpa mia se Revoluciòn non sta ferma e zitta più di otto secondi e si offende se qualcuno mangia in sua presenza e non offre, è Revoluciòn e stiamo imparando a conoscerla.

Possiamo metterci tutto l'impegno che vogliamo, ma non sempre ottenere i risultati corrispondenti, e ciò nulla toglie alla quantità e qualità del nostro impegno.

E a volte piove, non sempre ma a volte, e bisogna lasciare che piova, e bagnarsi invece di affannarsi ad aprire ombrelli che non sono mai abbastanza.

E non è un post con molto senso, ma lo dovevo scrivere lo stesso.





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