domenica 30 dicembre 2012

Auguri

Per prima cosa grazie di cuore a tutti i magnifici (blog)amici che mi hanno fatto gli auguri nel post precedente.  Mi perdonerete i ringraziamenti collettivi, quando avrei certo dovuto rispondere a ognuno. Non ci sono riuscita, mi costa un po' anche questo post.

Grazie anche agli amici di fb.

E' stato uno strano, strano Natale. Obliquo. Scivoloso fra il pianto e il riso, scivoloso fra le bimbe che scartavano pacchetti e le telefonate dei parenti, ma come ma così all'improvviso ma perché.

Perché. Non lo so. Forse perché lo sapeva, sapeva che ci saremmo stretti tutti, con la scusa del Natale, ci saremmo tenuti compagnia invece di piangere da soli.
Ma lui avrebbe detto che son tutte balle e che la gente muore quando è la sua ora e Seavessi fàmi nén gnì fòl.

Così ora invece è tempo di propositi, immagino. Cerchiamo di farne di sensati, tanto che perdiamo (io o voi) dieci chili entro l'estate non ci crede nessuno. Forse possiamo perdere tre etti a testa e dire che vale cumulativo.

Io ne farò uno solo: imparare le priorità.

Che per me vuol dire darmi una calmata secca con la ricerca del lavoro, che è sì importantissimo, ma ritrovarsi con una quattrenne che dice mamma non piangere ti aiuto io a cercare il lavoro vuol dire che non hai solo passato il segno, l'hai doppiato due o tre volte e continui a correre come la più pazza delle cretine.

Che per me vuol dire capire che posso usare questo periodo di stop, e guardarlo in faccia e dire la verità, che stare ferma mi fa paura soprattutto perché mi costringe a ragionare su me stessa, cosa che aborro quanto i calzini che pungono.

Che per me vuol dire smettere di pensare che deve essere tutto perfetto non per amore di perfezione, ma perché se sbagli un gesto, un tempo, un sospiro, le persone che ami potrebbero scomparire travolte dal cumulo dei tuoi difetti, che sprechi tanto di quel tempo a chiederti come qualcuno possa amarti comunque che non ti resta il tempo per sentire altro. E soprattutto, è una grossa ingiustizia verso le persone che ami.

Che per me vorrà dire molte altre cose, e le imparerò un giorno alla volta.

A me stessa, auguro solo di riuscire in questo.

A tutti voi, dovrei augurare fortuna, lavoro, Colin Firth che buca una gomma davanti casa vostra e vi si palesa alla soglia chiedendo di usare il telefono, figli chi ne vuole, salute e soldi per tutti.
Vi auguro una qualunque di queste cose, o tutte, e se siete veramente amici chiamatemi quando arriva Colin.

Ma vi auguro, soprattutto, di amare e di essere amati, e di sentirvelo addosso.

lunedì 24 dicembre 2012

Buon Natale

a quelli che stasera una sbirciatina al cielo per vedere la slitta la daranno, e poi si vergogneranno e si metteranno a ridere

a quelli che stanotte le lucine si lasciano accese

a quelli che sbavano davanti ai pacchetti rettangolari e sperano non ci sia il libro di Vespa

a quelli che cheppalle il Natale

a quelli che cheppalle chi non gli piace il Natale

a quelli che ci mancano

a quelli a cui manchiamo

a quelli che non ci sono più

a quelli che non ci sono ancora

a quelli che avrebbero bisogno di regali così grossi e importanti che non osano chiederli neanche a babbo natale

a quelli che speriamo di tutto cuore che li ricevano

a quelli che si son presi il virus vomitillo proprio quando c'è da preparare l'impossibile

a quelli che fa niente, e mettono su War Is Over e se la fanno passare

a quelli che basta che ci sia un cartoccio luccichino, poi dentro va bene pure un paio di calzini. Anzi magari!

e a tutti quelli che mi sto dimenticando

a tutti tutti


un meraviglioso Natale

venerdì 21 dicembre 2012

Ricamo (per Doug e per i Maya)

Scusate, ma è un racconto di una bellezza struggente e non avrò mai più l'occasione di pubblicarlo sostenendo che è "a proposito".
E' per Doug che sicuramente lo conosce ma spero apprezzerà rileggerlo, e per tutte voi. Anche se è triste, è talmente bello.


 Ricamo
L'aria del portico scuro nel pomeriggio inoltrato era piena di bagliori di aghi, simili al movimento di un nugolo di insetti argentei nella luce. La bocca delle tre donne era serrata sopra il lavoro. I corpi si spingevano all'indietro e poi si chinavano in avanti, impercettibilmente, tanto che le sedie a dondolo si muovevano e mormoravano. 
Ogni donna si guardava le mani, come se all'improvviso vi avesse trovato il proprio cuore che batteva là.«Che ore sono?»«Le cinque meno dieci.»«Fra un minuto devo alzarmi per sgusciare i piselli per la cena.»«Ma...» disse una di loro.«Ah, sì, l'avevo dimenticato. Che sciocca...»
 La prima donna s'interruppe, posò l'ago e il ricamo e guardò attraverso il portico, verso il caldo in-terno della casa tranquilla, verso la cucina silenziosa. Là, sul tavolo, simbolo di vita domestica più di qualunque altra cosa lei avesse mai visto invita sua, c'era il monte di piselli appena colti, chiusi nelle lucide bucce ela-stiche, in attesa che le sue dita li portassero al mondo.
«Va' a sgusciarli, se ti fa sentire meglio» disse la seconda donna.
«No» rispose la prima. «Non lo farò. Non lo farò, e basta.»
La terza donna sospirò. Ricamò una rosa, una foglia, una margherita su  un campo verde. L'ago da ricamo si alzò e scomparve.La seconda donna lavorava al ricamo più bello, più delicato di tutti; infilava e ritirava abilmente l'ago veloce attraverso interminabili viaggi. Il suo attento sguardo scuro seguiva ogni movimento. Un fiore, un uomo, una strada, un sole, una casa; la scena cresceva sotto la sua mano, una bellezzain miniatura, perfetta in ogni particolare.«In momenti come questo» disse la donna, e le altre annuirono, tanto dafar dondolare di nuovo le poltrone «sembra di avere solo le mani.»«Secondo me» aggiunse la prima «le nostre anime sono nelle nostre ma-ni. Perché noi facciamo
qualunque cosa
al mondo, con le mani. A volte,però, penso che non usiamo le mani al pieno delle loro capacità. Certo non usiamo la testa.»
Tutte e tre scrutarono più attentamente quello che le loro mani facevano.«Sì» disse la terza donna «quando si guarda indietro a un'intera vita, non si ricordano tanto le facce, quanto le mani e quello che facevano.»
Si raccontarono i coperchi che avevano alzato, le porte che avevano aperto e chiuso, i fiori che avevano raccolto, le cene che avevano preparato,tutto con dita lente o veloci, com'era loro abitudine e uso. Guardando indietro, si vedeva uno sfarfallio di mani, come il sogno di un prestigiatore, porte che si spalancavano, rubinetti che si aprivano, scope che si muovevano, bambini che venivano sculacciati.
Lo sfarfallio di mani rosee era l'unico suono; il resto era un sogno senza voci.
«Niente cena da preparare per stasera, né per domani, né per dopodomani» disse la terza signora.
«Niente finestre da aprire o da chiudere.»«Niente carbone da spalare dentro la caldaia, l'inverno prossimo.»«Niente giornali dai quali ritagliare le ricette.»E all'improvviso stavano piangendo.
 Le lacrime rotolavano dolcemente giù per le loro facce e cadevano sul tessuto sul quale si muovevano le loro mani.
«Così non serve a niente» disse finalmente la prima signora, portandosi il pollice prima sotto un occhio, poi sotto l'altro. Si guardò il pollice e vide che era bagnato.

«Guardate cos'ho combinato!» gridò la seconda signora, esasperata. Lealtre si fermarono e si sporsero a guardare. La seconda signora alzò il ri-camo. La scena era perfetta in tutto, tranne che mentre il giallo sole rica-mato brillava sul verde prato ricamato, e la strada marrone ricamata curva-va verso una casa rosa ricamata, l'uomo sulla strada aveva qualcosa di sbagliato nella faccia.«Praticamente, devo scucire tutto il disegno, per sistemarla» disse la se-conda signora.«Che peccato.» Fissarono tutte, con intensità, la bella scena con il difetto.La seconda signora cominciò a tagliare il filo con le agili forbicine che scintillavano. Il disegno venne via filo dopo filo.
La donna tirava e strappava, quasi con cattiveria. La faccia dell'uomo era scomparsa, ora. La donna continuò a tirare il filo.
«Che stai facendo?» chiesero le altre donne.Si chinarono e videro che cosa faceva.L'uomo scomparve dalla strada. La donna l'aveva tolto completamente.Non dissero niente e tornarono al loro lavoro.
«Che ore sono?» chiese una.«Le cinque meno cinque.»«È alle cinque che dovrebbe accadere?»«Sì.»«E non sono sicuri di quello che farà alle cose, quando accadrà?»«No, non ne sono sicuri.»«Perché non li abbiamo fermati prima che si arrivasse così avanti, prima che ingrandisse tanto?»«Già, è grande due volte quello che è mai stato. No, dieci volte, forse mille.»
«Questa non è come la prima o come la decima volta. Questa è diversa.Nessuno sa che cosa potrebbe fare, quando arriva.»
Aspettarono sotto il portico, fra l'odore di rose ed erba tagliata. «Che ore sono?»«Le cinque meno uno.»Gli aghi riflettevano lampi di fuoco argentato.
Saettavano come un minuscolo branco di pesci metallici nell'aria estiva che si andava oscurando.Lontano, un suono di zanzara. Poi qualcosa come un tremore di tamburi.Le tre donne chinarono la testa, in ascolto.
«Non sentiremo niente, vero?»

«Dicono di no.»«Forse siamo stupide. Forse, dopo le cinque, continueremo a sgusciare piselli, ad aprire porte, a mescolare minestre, a lavare piatti, a preparare pranzi, a pelare arance...»«Santo cielo, come rideremo al pensiero di esserci spaventate per un vecchio esperimento!»Si scambiarono un breve sorriso.«Sono le cinque.»A queste parole, sussurrate, si immersero nel lavoro. 
Le loro dita saettarono. Le facce erano chine sui movimenti delle dita. Seguirono frenetica-mente il disegno. Ricamarono lillà, erba, alberi, case e fiumi sul tessuto.Non dissero niente, ma si sentivano i loro respiri nella silenziosa aria del portico.
Passarono trenta secondi.Alla fine, la seconda donna sospirò e cominciò a rilassarsi.«Penso che dopo tutto andrò a sgusciare i piselli per la cena» disse.«Ho...»Ma non ebbe tempo neppure di alzare la testa. Da qualche parte, ai margini del suo campo visivo, vide il mondo illuminarsi e prendere fuoco.Tenne la testa bassa, perché sapeva che cos'era. Non alzò lo sguardo, così come non lo alzarono le altre, e nell'ultimo istante le loro dita volarono.Non guardarono attorno per vedere che cosa stava accadendo al paese, alla città, a quella casa o perfino a quel portico. Fissavano solo il disegno sotto le loro mani in movimento.La seconda donna guardò un fiore ricamato scomparire.
Tentò di rimetterlo al suo posto ricamando, ma se ne andò e poi scomparvero la casa, e i fili d'erba. La donna guardò un incendio, quasi al rallentatore, appiccicarsi alla casa ricamata e distruggerla, e strappare ogni foglia ricamata dall'alberello verde, e vide lo stesso sole strappato dal disegno.
Poi l'incendio prese la punta in movimento dell'ago mentre ancora balenava. La donna guardò il fuoco salire lungo le sue dita, lungo le braccia e il corpo, srotolando il filo del suo essere così dolorosamente che lei poté vederlo in tutta la sua maligna bellezza, mentre strappava il disegno dal tessuto che aveva in mano.
Che cosa stava facendo alle altre donne, o al mobilio, o all'olmo nel cortile,non lo seppe mai. Perché ora, sì, ora!, piluccava il ricamo bianco della sua carne, e alla fine trovò il suo cuore, una morbida rosa rossa cucita col fuoco, e ne bruciò i freschi petali ricamati, un delicato petalo alla volta...



Ray Bradbury, in Le auree mele del sole (The Golden Apples of the Sun, 1953)

giovedì 20 dicembre 2012

Azzurro

Dovete sapere, cari bambini, che Seavessi gna fa a Natale a regalare a MaritoNP una cravatta.
O un maglione.
o una sssssiarpa.

Che pure il marito di cui sopra gradirebbe eh! Ma no, a noi ci piace quel brivido dell'imprevisto.
E così, Seavessi ha comprato per MaritoNP un materassostrafigodilatticememoryaloevera (fiato) antiacaroanallergicoantifurtosatellitaregps (fiato) che appena lo togli dal celofan ti disinstalla Raiuno e Retequattro dal decoder.
Cioè una può dare dentro il marito e tenere il materasso.

E in tempo di guerra che si butta via niente te hai speso quantooooo???? Direte voi cari bambini.

Eh no! Perché Seavessi ha il braccino corto ma i ditini lunghi e la cognizione scarsa. Per cui il supermaterasso l'ha trovato su ebay.

Sì, ebay.

Il luogo d'acquisto più ricco di sole dell'universo creato.

Scontato al 75%.

Seavessi l'ha visto e ha gridato MIOOOOOOOOO, dopodichè ha chiamato diciotto volte il numero verde del venditore per sapere se sul super materasso ci stavano le lenzuola dell'ikea o se andava più spesso o più sottile, e solo quando la signorina dall'altra parte è scoppiata in lacrime Seavessi s'è decisa e l'ha ordinato. 

Ora dovete sapere, cari bambini, che le cognizioni geografiche di Seavessi sono vaghe e indistinte, si fermano a concetti tipo vicino, lontano, al mare, ci abita la Chiara, ci abita la Gì. La Tina non si stupirà nè scandalizzerà scoprendo che dove abiti lei per Seavessi è un luogo piuttosto indistinto e difficile da collocare se non per la vaga associazione di idee ci sono i tartufi.

Seavessi ha letto da dove arrivava il materasso, e ha pensato ma sì, mi pare sia dalle parti di Bergamo, mal che vada lo vado a prendere in macchina.
Poi NonnoG ha detto sì, beh, non proprio dalle parti di Bergamo, quegli 800 km più giù. Forse in macchina è lunga.

Per farla breve, comunque, il materasso è arrivato in frettissima, e per un po' è rimasto arrotolato nel bagno, presenza sinistra e inquietante.

Però ieri c'era un bel sole, e Seavessi ha detto MaritoNP, apriamo il materasso, così prende aria.
E i due hanno aperto il materasso nel microportico, al sole.

E tempo zero Seavessi ci si è sdraiata sopra, al sole.

E tempo zero MaritoNP ha sibilato piantala, che ti vede il vicino.

E Seavessi ha detto piantala tu e vieni qui, è così bello.

E MaritoNP ha fatto un po' il sostenuto e poi si è sdraiato di fianco a Seavessi, sotto il sole.

E per quanto fossero in definitiva due squinternati e un materasso, il cielo era così azzurro.

Ma così azzurro.

lunedì 17 dicembre 2012

I colori della terra

Ve la racconto così com'è andata senza ricamarci troppo.

Discount. Non troppo affollato. Seavessi in fila alla cassa abbracciata a un frullatore a immersione in offerta, la cui confezione ha le dimensioni di un'utilitaria. Sapete quelle casse con il rullo lunghissimo, che tempo che arrivi dalla cassiera sei diventato parente col tizio prima di te.

In tali circostanze la vecchina s'è scordata di pesare l'uva. E dice "vado un attimo, faccio in fretta eh?" e si allontana, più veloce di un oggetto fermo. Non di molto.

Seavessi fissa il vuoto abbracciata al frullatore pensando se mai farà in tempo a fare tutto e speriamo che non rinviino sanremo e a me i Negramaro non fanno impazzire ma il Giuliano mi smuove ormoni in letargo dal '92. Chissà se con un po' di fortuna si smuove pure la vecchina. Insomma le robe che si pensano alla cassa. 
La cassiera spiega, preoccupata, che domani ha la prova del concorsone e ha chiesto di uscire prima per ripassare le ultime cose, insomma il mood non è dei migliori.

Just out of the blue, alle spalle di Seavessi Michael Bublè esclama _tesoro, assolutamente quel rossetto NON VA BENE!

La cassiera colpevole di errato rossetto e io ci giriamo. Non c'è Michael Bublè, ci sono due trans bellissime e curatissime che io neanche il giorno che mi son sposata.
Noi le guardiamo.
Loro ci guardano.

E improvvisano una lezione di trucco personalizzato che la Clio se la sogna, infarcita di _amore, _tesoro ogni due parole. In effetti Seavessi capisce quasi solo Amore Tesoro e Primer, ma sono così gentili, così sorridenti, così impreviste, così una carezza quando non te l'aspetti che Seavessi potrebbe mettersi a piangere lì sul posto.
Qualche problema di emotività, Seavessi, ultimamente.

Alla fine arriva la vecchina con l'uva pesata che ormai ha fatto i viticci e cerca di abbarbicarsi al pos del bancomat, resteremmo qui ore ma quasi sicuramente ora la vecchina dirà che lei ha fretta mica ha tempo da perdere ah i giovini d'oggi ai miei tempi saltavamo i fossi per il lungo.

la Mora_... e ricordati, coi tuoi colori devi sempre usare i colori della terra, marroni verdi oro e bronzo. E prova a mettere l'eye liner come ti ho spiegato, vedrai che riesci.
Seavessi (con gli occhi grossi così ) _grazie, davvero!
la Mora _ma figurati amore, è il mio lavoro!
Seavessi _(che ha litigato a morte con la sua  estetista storica per una storia di scontrini non emessi) davvero, fai l'estetista? Dove lavori? 
la Mora _ amore non te lo dico, non l'ho mica fatto per farmi la cliente amore... era un regalo di Natale.

e se ne va in un alone di gloria.

O almeno, così l'ha vista Seavessi.

domenica 16 dicembre 2012

Cara maestra (in bocca al lupo)

Cara maestra,

so che nei prossimi giorni tu, e tante altri colleghe e colleghi, amici e sconosciuti, avrete da prendervi a testate con la prova preselettiva del concorso a cattedra, che da quel che ho capito se la passate vincete di poter partecipare al Concorsone. Tutta una cosa molto italica, dunque.

Cara maestra, io non ho nessun tipo di competenza per capire se il Concorsone e relativa prova preselettiva sono la scelta giusta, se invece era meglio integrare i precari (fossi una precaria della scuola mi girerebbero a elica, ma magari è giusto così).

I quiz delle prove preselettive che ho letto sono qualcosa che rasenta la follia. Mi sfugge un po' quali siano le competenze che dovrebbero essere valutate, a parte le capacità di lavoro sotto stress  - che però immagino siano piuttosto comuni fra gli insegnanti - e una buona dose di fattore C.

Tutta la situazione è piuttosto surreale.

Però.

Dal mio incompetentissimo punto di vista, il Concorsone ha almeno un merito, fra tanti difetti, e cioè che è qualcosa dopo anni di nulla.

Vorrei sperare con voi che fosse un inizio, uno sgraziato, pasticciato, barcollante inizio.
Vorrei sperare con voi che da qui in poi le cose andranno meglio, posto che peggio è difficile.
Vorrei sperare che la smettessimo di smantellare la cosa più importante del nostro strano Paese mattone dopo mattone.

Spero con voi.

Capita spesso che fra mamme e insegnanti non ci si capisca. Sembra di non parlare la stessa lingua, a volte. Chissà se capita anche alle mamme insegnanti, e come si sentono a saltare di qua e di là dalla barricata.

Credo però che questa cosa la dobbiamo affrontare tutti insieme, perché ciò che ne uscirà sarà il futuro dei nostri figli.

In bocca al lupo, con tutto il cuore.

una mamma.


giovedì 13 dicembre 2012

#leaveamessage

Sì, domani partecipo anche io.



Io e i miei dubbi.

Cosa lascio cosa che nella Piccola città siamo in dieci di cui twitter lo usiamo in due e all'altro faccio prima a telefonare per gli auguri.

Cosa scrivo, cosa dico, che possa strappare anche un mezzo sorriso a chi legge.

Non è un bel momento. Per tanti le cose sono difficili. Non farebbe venire l'istinto omicida il doppio leggere il mio zuccheroso biglietto?

E poi mi è partito un rant tremendo.

No.
Non io.
Non diventerò una di quelli che Come stai? Eh... siamo ancora qui... si tira avanti...
Non diventerò una di quelli che non c'è più niente da fare
Non diventerò una di quelli che tanto va tutto a ramengo
Non diventerò una di quelli che ma sì tanto è lo stesso.

Lo stesso una beata fava. Casalinga di Voghera ok, ma so ancora distinguere quello che voglio.

Voglio essere una cosa bella nella vita di chi ho intorno (e grazie, sempre, alle tre grazie e a miglioreamica che me lo ricordano).
Voglio sorridere all'impiegata della posta, che ne ha basta anche lei del pc che non funziona dei clienti che smadonnano e dell'ufficio commerciale che le ulula vendivendivendi.
Voglio dire Buongiorno e Perfavore e Grazie al signore che mi fa il caffè in stazione a Porta Nuova,  anche se quando glielo dico mi guarda come se fossi una forma di vita aliena.
Voglio chiedere alla cassiera del super con le occhiaie viola come sta e se vuole un moment, e se il tizio dietro di me sbuffa fa doppia fatica.

Il fatto che lo Voglia non implica che ci riesca sempre, ma lo Voglio lo Voglio lo Voglio.

Lo voglio anche da Casalinga di Voghera.

E ho finito per introdurre un'iniziativa bella e dolce e natalizia (cliccate qui  per i dettagli dettagliati) con uno sproloquio senza senso. Fa niente. 
L'ho detto, ricominciamo senza pretese.

Per cui domani sparpaglierò per il mondo i miei sorrisi di carta, perché anche nei momenti difficili è meglio un sorriso che l'ennesimo schiaffo.

martedì 11 dicembre 2012

ABC del mio Natale

chè io alla Micaela non so dir di no. 
E. 
Sono in astinenza da elenchi.

A come Agosto, il 16. Giorno in cui a parer mio diventa legittimo e sacrosanto pensare a regali addobbi e in generale entrare in Chsistmas Mood.

B come Bozzo. Me ne sono fatta uno urendo su una gamba contro la scala retrattile (?) del solaio, aiutando il MaritoNP a tirar giù gli scatoloni.

C come Christmas is all around. Se non conoscete, conoscevate. Se non avevate visto il film, vedevatelo.



D come Dove hai messo la ciabatta e la prolunga per le lucine fuori? No non è fra le mie priorità che sei in riunione col capo incazzato e tre clienti rognosi, dimmi dove sono le lucine. Dove le hai messe? Lo fai apposta a perdermi gli attacchi delle lucine? Lo sai che ci resto male se il vicino le mette prima? Dove sono le ciabatte e la prolunga? E dov'è la stella cometa a led? Pronto? Pronto?

E come Ebay, Ibs, Amazon. La Mecca del regalo per chi non sa parcheggiare in retro.

F come Finestre. Le finestre delle case, e camminare la sera e vedere dentro gli alberi illuminati.

G come giocattolo. Il mistero delle dimensioni dei giocattoli. Più il bimbo è piccolo più il giocattolo ha le dimensioni di un monolocale. Me l'ero quasi dimenticata  finché non ho visto quelle specie di postazioni di comando dell'Enterprise con 48 attività (che MAI che una fosse Facciamo il Caffè a Mamma) indicate come adattissime agli <1.

H come Hai fatto tutto? No ovviamente no. Per quanto io cominci i preparativi ad agosto (vedi A) il pomeriggio del 24 fatalmente salta fuori la carta imprevisto e ZiaBella viene spedita, per dire, a comprare due chili di mozzarella di bufala sotto una tormenta di neve.

I come Immagine. Mio padre, mia madre, mia sorella e mia figlia che addobbano l'abete in giardino e ridono, e fa freddo e il sole brilla da fare male agli occhi.

L come Lentezza. A Natale me ne concedo un po', è il mio privatissimo regalo a me stessa, il più difficile da fare, quello che mi costa e mi serve di più. Ma anche come Libro, che bello vedere sotto l'albero i pacchetti rettangolari e pensare oooh chissà chissà.

M come MaritoNP. Quest'anno per la prima primissima volta da che viviamo insieme, MaritoNP ha partecipato alla Cerimonia di Preparazione Albero e Presepe. Che quest'anno, ovviamente, sono bellissimi. Uguali agli altri anni ma bellissimi.

N come Non importa. Non importa, alla fine, di cene, regali, lucine, addobbi, non importa. Fammi un sorriso, e sarà un bel Natale.

O come Oddio la recita è domani, Infanta la sai? Ripetiamo insieme.

P come Primo. Il primo Natale di Revoluciòn.

Q come Quelli che ohhhhh io il Natale non lo soppooooooooortoooo ah che roba banaaaaaaaaaaleeee io se potessi scapperei in (inserire paese a caso dall'aria poco natalizia). Amico. Mi vedi che son qui che ho le lucine pure in testa? Che vo in giro cantando la Mariah Carey? Che camminando emetto rumore di campanellini da slitta? Mi vedi? Fissami nelle pallette degli occhi e valuta l'interesse che suscita in me il tuo pensiero.

R come Russa, insalata (sì ho barato, mbè?). Che mia mamma la fa spettacolarmente buona, e il giorno di Natale fa anche tutti i fiorellini con la verdura e porta in tavola questa cosa spettacolare e buonissima.

S come Silenzio. Zitte bambine, dormite presto, chiudete gli occhi che deve venire Gesù Bambino.

T come Ti voglio bene. Il più bello dei regali, è un regalo per chi lo fa e per chi lo riceve, costa niente e fa un effettone e rimane nel cuore. Pubblicità Progresso per il Regalo Ti Voglio Bene. Se però vi sgarate magari a scriverlo su un biglietto è ancora più bello. 

U come Una storia, mamma mi racconti una storia? Una storia di Natale?

V come V., il più anziano dei miei cugini, facente funzione di zio, che il pomeriggio di Natale ci racconta le storie paurose del trisnonno mago, e sembra di stare intorno al camino cent'anni fa.

Z come zampogna. Ho un meraviglioso cd di Zampognari  Natalizi Ululanti che chissà perchè la mia famiglia non apprezza. Son cose neh?

domenica 9 dicembre 2012

Timidamente

Scriviamo un post.

Solo perché mi mancava.

Senza nulla di particolare da dire. Mettiamo il mare come sfondo. Mi manca così tanto.

Solo perché nell'ultima settimana mi hanno detto delle cose, ovviamente non riguardo al blog.

Il marito.
I NonniG.
ZiaBella.
Miglioreamica, per ultima.

Riflettiamo sul fatto che forse hanno ragione.

Riflettiamo sul fatto che ci sono state persone che mi hanno scritto o tuittato per chiedere che diamine mi fosse preso, beh, non lo so. Mi faceva pressione anche il blog.
Ma che qualcuno mi chieda, che a qualcuno importi abbastanza per trovare il tempo in mezzo a tutto il resto di mandarmi un tuit. Questo non è pressione. 
Io lo sento come affetto.

Proviamo a scrivere due righe senza pretese che siano intelligenti o importanti o brillanti, ché tanto non lo erano neanche prima. 
La parola chiave è senza pretese.

Il senso è che c'è un pettirosso sulla finestra, da un po', e dovevo dirlo a qualcuno.


domenica 18 novembre 2012

Elementare, Watson.

(sì, lo so che la citazione è sbagliata, lo so, lo spiegone lo trovate qui)


Dunque, Seavessi aveva preparato alcuni indizi, uno dei quali testato sulla Tina (che ha indovinato quasi subito).

Dicevamo aveva bell'e pronti tre indizi. Vediamoli.

1- NonnaG e Ziabella sono più felici di Seavessi per la parte assegnata.

2- Non è la parte che Seavessi avrebbe scelto. E' supremamente adatta, ma non è quella che Seavessi avrebbe scelto lasciata libera e sola col copione davanti.

3- Molte Altremamme non avrebbero problemi col costume. Seavessi forse ne avrà.


L'ultimo indizio, che però era un mezzo indizio, era che sarebbe stato molto più facile indovinare per chi avesse avuto presente l'aspetto fisico dell'Infanta.


Dati i tre indizi, avrete già capito che...

abbiamo un vincitore :-)


and the winner is


Caterina!!!!!


Che deve farmi sapere se preferisce il gufetto o il pipistrello :-)


(comunque se volete fare altri quiz di gufetti ne ho un mucchio).

giovedì 15 novembre 2012

RecitadiNatale Quiz

Mmmmmmh.

Chi segue fb sa che lo stato d'animo odierno di Seavessi ha vagato fra l'istinto omicida e la paura di essere vittima di altrettanto istinto omicida.

Però, recuperando l'Infanta all'asilo, Seavessi si è accorta che non era un giorno qualunque. Era Il giorno. Il giorno a cui da adolescenti ci prepariamo sfondandoci di repliche di Saranno famosi e A chorus line, e se siete vergognosamente gggiovani citeremo (ma vergognatevi) il Mondo di Patty.

Oggi era Il giorno.

Oggi dicevano i ruoli dei vari minorenni nella Recita di Natale, evento che si sa è causa di ansie e patemi e urlacci feroci al marito che se non prendi il pomeriggio libero io ti disfo.

Ah. La Recita di Natale. Quella che devi presentarti davanti al centro comunale dove la fanno con due opre e mezzo di anticipo di solito in mezzo alle folate di vento siberiano, e NON ti fanno entrare. Peggio per te se sei incinta, prossima vita calcoli meglio i tempi.

La Recita di Natale, quella che nessuno vede mai un ciufolo, le nonne carognano perchè non vedono i nipoti e i nipoti ululano perchè non vedono la mamma che batte le mani.

La Recita di Natale, che l'anno scorso San Giuseppe s'è addormentato e ha ronfato serenamente in scena per metà recita.

La Recita di Natale, che i nonni allungano mance al fotografo perchè faccia venire bene il pargolo e il fotografo esce di lì e firma il compromesso per un monolocale a Spotorno.

Ah. Che bello.

Che bello che solo due giorni dopo c'è il saggio di danza.

Dicevamo, RecitadiNatale Quiz.

Posto che il titolo è I Giocattoli dei Nonni, indovinate in quale veste ci allieterà l'Infanta.

Tempo fino... boh, finchè qualcuno non indovina se no vediamo. Al vincitore andrà un braccialetto con ciondolo a gufetto autoprodotto, del valore SICURAMENTE inferiore a un euro visto che ancora non ho provato a farlo e magari viene uno schifo.

sabato 10 novembre 2012

Metà primo tempo

Sefossi sparita.
Qualcuno ha fatto notare a Seavessi come a fronte di una finalmente decente connessione e di una quantità di minch sciocchezze pubblicate su fb, il blog in effetti sia abbandonato o quasi.

Sefosse vero.

Seavessi sta combattendo un'aspra battaglia, e il blog rischia fortemente di essere una delle (prime?) vittime collaterali. Fuoco amico, sorry 'bout that.

L'aspra battaglia, come da politica usuale di Seavessi, è fatta di nulla e si svolge essenzialmente nella sua testa.
Contro le Vocine, naturalmente, che si sa, ne estirpi una ne crescono sette come i capelli bianchi.
Purtroppo questo periodo, si spera breve ma è giusto una speranza, di casalinghità, per cui Seavessi non è portata nel modo più drammatico,  coincide, o ha causato, o si è affiancato, o chissà, a un momento non proprio pieno di cuoricini e cioccolatini con MaritoNP, di cui Seavessi a volte accusa lui e più spesso se stessa.
Ma bando ai convenevoli, presentiamo le Vocine, con la speranza che a scriverle e pubblicarle svaniscano in una nuvoletta di fumo puzzolente.

Sei una pessima mamma, e sprechi pure un sacco di soldi, a mandare la gnappetta al nido e tu te ne stai a casa a farti le unghie

Sei una pessima moglie, posto che anche se stai a casa c'hai comunque le unghie da fare e i capelli a spinacio e lasciamo perdere il resto

Non parliamo di come te la cavi da casalinga, che nonostante non ti avanzi tempo per niente arrivi a sera e la casa è messa peggio che la mattina

E' colpa tua che quel pover'uomo fa un sacco di straordinario, non c'è mai, non si gode le figlie e poi ti lamenti pure

E in ogni caso, c'è qualcosa di profondamente sbagliato nel tuo essere mamma se l'idea, ora come ora auspicata da tutti, che tu stia a casa almeno finché la gnappetta è piccolissima (in modo da non stracciare le balle al resto della famiglia se si becca la qualunque e deve stare a casa dal nido), ecco se solo l'idea ti fa venire male

E smettila di pensare che avresti bisogno di prendere fiato ogni tanto, e cerca di renderti utile per quel poco che puoi.

Capite, ci sono giorni che Seavessi si sveglia e non vede l'ora di cominciare la giornata, e giorni che di fronte a un tale fuoco di fila soccombe (ma non cede al pigiama, no. Al mollettone sì.). Ultimamente si sono accumulati un po' di giorni sconfitti, e il blog... boh. Chissà quanto senso ha ora il blog, comunque è finito fra i "smettila di perdere tempo va che ci sono le marmotte sotto ai mobili".

Seavessi non ha dubbi sul fatto che alla fine riuscirà a debellare le vocine. Per ora però, diciamo che siamo a metà primo tempo... sono un po' in vantaggio loro.

Fa niente. Ci vorrà tempo e lavoro, ma porteremo a casa la partita. 

Tiriamo su le maniche va. Chi mi suona la tromba?




PS un grazie infinito alle mie tre grazie, che si leggono tutte le pare via mail in diretta 24/7. E che ancora non m'hanno flaggata come spam. 
Forse.
E a miglioreamica.

lunedì 22 ottobre 2012

Cara Maestra, again.

Seavessi aveva già scritto un post con questo titolo, ma l'argomento era diverso. 
O forse no.

Chi segue su fb sa che Seavessi ha vissuto un momento di serrato confronto (per dirla come quelli del PD) con una delle maestre dell'Infanta. Tutto risolto, con qualche strascico di sorrisi verdi .

fatto sta che Seavessi, anche per deformazione familiare, ha seguito il dibattito sull'aumento delle ore di insegnamento, e ora le scappa di dire la sua e vi tocca.

Cara maestra,

lasciami dire che secondo me avete ragione su tutto. 24 ore di aula non sono compatibili in nessun universo conosciuto con una buona qualità di insegnamento, soprattutto nelle condizioni in cui versa la nostra scuola. Che non dimentichiamolo, è o era fra le migliori al mondo prima che passasse la Donna coi Neutrini a fare scempio sullo scempio che già c'era.
E avete ragione sul fatto che le risorse sono poche e mal distribuite, che il vostro lavoro è mal pagato e poco riconosciuto.
Ragione secca e pulita come asciugamani usciti dall'asciugatrice. Senza ma e senza benaltro.

Perciò maestra (o insegnante, o prof), dobbiamo pensare che abbiamo un problema, se nonostante tutte queste ragioni ci sono tante persone - tanti genitori - che bofonchiano andassero a lavorare e non rompessero l'anima.

tendenzialmente, ho letto-sentito dalle amiche insegnanti commenti del tipo chi non insegna non sa cosa vuol dire.
Vero.
E allora, maestra, spiegacelo. Ma troviamo il modo giusto, perché forse neanche tu sai cosa vuol dire quello che c'è fuori dalla scuola, forse nessuno sa davvero cosa c'è nelle vite degli altri.
Perché maestra, te lo dico con sincerità, alcuni argomenti che usi mi fanno partire l'embolo.

Sai maestra, quando dici che 18 ore sono fin che mai, sono troppe, mi vengono in mente tutte le volte che hai sospirato eeeeeeh, certo, con tutti e due i genitori che lavorano... ma chiedere un part time?, e io mi son sentita una merda perché non potevo essere a casa prima delle sette, e chiedere il part time, onestamente, vacci tu e vediamo cosa ti dicono. E tu hai ragione che 18 ore di aula sono abbastanza, ma ogni tanto ricordati di quello che succede fuori da quell'aula.

Lo stesso, quando dici che sei pagata poco e considerata peggio, dai genitori non parliamone, hai ragione, su tutta la linea. Ma non dirlo come se pensassi che invece gli altri lavori abbiano retribuzioni da favola e si svolgano sotto nuvolette rosa da cui piovono riconoscimenti dorati. Piuttosto facciamo fronte comune, perché guarda un po' l'insegnamento è una professione tipicamente femminile e oh sorpresa, è mal pagata e mal riconosciuta. Maestra non dirmi chi non insegna non sa, tutte le donne e peggio ancora mamme lavoratrici sanno, ooooh se sanno. 

E quando ti lamenti di avere a che fare con classi di piccoli o medi o grandi maleducati, maestra, lasciami dire: pensi che tutti quelli che vengono al mio sportello, o i pazienti che visito, o i clienti che si presentano alla mia cassa, o i titolari del mio negozio siano tutti emuli di Monsignor Della Casa? Maestra, permettimi di fare un piccolo appunto: una lamentela ripetuta all'infinito non la ascolta più nessuno. I miei genitori sono stati rappresentanti di classe per circa 20 anni, fra me e mia sorella, e morire che si siano mai sentiti dire sì, buona classe, si lavora bene. Sempre classi difficili e poco attente, ma non parliamo di ammutinati del Bounty, ma magari di una seconda media in cui alcuni, quando entra "quella di inglese" hanno così paura che vomitano. Letteralmente. 

Cara maestra, e in questo "cara" non c'è nessuna ironia, io so che fai un lavoro prezioso e difficile. E so che hai ragione quando ti lamenti, e hai ragione quando rivendichi, e hai ragione, e basta. Ma in tutta questa ragione, troviamo un modo di parlarci un po' meno arroccato e arrochito di posizioni prese. 
Maestra, spiegami. Perchè io non conosco la tua vita e il tuo lavoro, ma anche tu spesso sembri non conoscere la mia.

Con immensa, immensa stima.
Seavessi




mercoledì 17 ottobre 2012

Una scusa.

Vocina di Sir Biss (se non conoscete abbiamo un problema)_ SSSSSSSseavessi cosssa fai?

Seavessi _mi preparo Vocina, doccia, capelli. Ti dirò, può pure esse che dopo mi trucco.

VSB _e perchèèèèè???

Seavessi _lo sai. Oggi pomeriggio ho un colloquio. Non ne verrà niente ma meglio non andarci in pigiama col mollettone in testa no?

VSB _ssssì.... figurati per quel che ssssserve... ti hanno chiamata a caso, è sssssolo una ssssocietà di ssssssselezione...

Seavessi _non sputacchiare, prego. Mbè? Se ci vado ci vado preparata.

VSB _appunto... sssssstai a cassssssssssssa tua..... che perdi del tempo... chi vuoi che ti ssssssssi pigli... con due bambine e una cosssssssì piccola....

Seavessi _no, Vocina, proprio no. Chiusa in casa a piangere sul fornello no. Che dopo tocca anche lucidarlo. No. E poi non hai proprio capito. Non è un colloquio.

VSB _e cossssssssssssa sssssssssarebbe?

Seavessi _è una scusa. Per uscire, vestirmi, parlare con altri adulti di cose adulte e non sempre dell'epidemia di pidocchi che dalle elementari (primo piano) presto calerà sulla materna (piano terra) perchè non si sa per quale legge della fisica il pidocchio tende a scendere di piano. E' una scusa per vedere a che punto sono, per ricominciare.

VSB _pfui. Ricominciare cossssssa?

Seavessi _ovviamente non lo so. Nessun inizio è così limpido, quasi mai gli inizi portano quello che ci aspettiamo. Gli inizi sono così, nebbiosi, malmostosi. Per questo bisogna truccarsi e mettere gli orecchini luccichini.

VSB _e tu credi che un po' di polverina e due brillantini bassssstino? Illussssssssssssa!!

Seavessi _no. è per questo che alla stazione ci aspetta un'amica. E ora sparisci, che per te non ho tempo. Devo iniziare.

giovedì 11 ottobre 2012

At Fabio's, with love.

Sia gaudio e giubilo in tutto il
 regno, no come è quando è nata lady Oscar che quel cretino del padre voleva un maschietto e ha pensato bene di incasinare la vita della Nostra fin dal fiocco blu.

Si vede che Seavessi è felice, si vede dal divagamento selvaggio presente fin dalle preime due righe? Seavessi è connessa. Seavessi ha un fantastico accrocchio superpotente sul tetto che l'ha liberata dalla sua triste vita sotto la tirannia della chiavetta vodafone.

Quindi: Vodafone?


e benvenuto accrocchio, già ti amo.

E quindi vi tocca, visto che l'accrocchio è arrivato in tempo utile, sorbirvi il resoconto rosa glitterato e a cuoricini della Fabioserata. OOOOoooooooooooh yes.

pronti?

Ok. Intanto cominciamo a dire che c'era anche MaritoNP, che per motivi di lavoro (ma va?) non era potuto venire a vedere Quellochenonho. La presenza di MaritoNP implica che le minorenni fossero state debitamente salutate, dotate di pigiamino e istruzioni per l'uso e consegnate ai NonniG un po' perplessi.

E Seavessi e MaritoNP uscirono.
soli.
per la prima volta da...

boh.
appunto.

Naturalmente Seavessi pensa bene di piangere per tutto il viaggio di andata, vanificando i patetici tentativi di trucco. Perchè la mattina è andata dalla sua consulente per il ricollocamento, la quale è una brava figlia, ma tende a sminuire Seavessi. La quale già tende a sminuirsi da sola, e quando esce dall'agenzia di outplacement si sente una fallita totale. Ci vorrà una telefonatona con miglioreamica per identificare nella consulente (e non nella scarsitudine di Seavessi) la causa del disagio, e passare oltre, come dice la melinda gordon.

Seavessi e MaritoNP arrivano con un anticipo mostruoso (leggere con tono fantozziano prego). Occorre sapere, cari bambini, che dire a Seavessi che si va a Milano in macchina equivale a dirle oh, perchè non attraversiamo la foresta equatoriale a piedi con solo un pacchetto di mentos nello zaino?  Seavessi immagina inenarrabili pericoli, parcheggi a tripla y carpiata, incroci con lo svincolo a W retroattiva, e quant'altro.

Infatti erano partiti alle 16.00 per arrivare alle 19.00.
Va beh.

Ovviamente la strada era facilissima e il parcheggio a cm 0, così i nostri si trovano a vagolare per via Mecenate.

Individuano altri vagolatori, riconoscibili in quanto abbarbicati al libro del Grame come Rose alla zattera..

Finalmente verso le 18.00 i Nostri decidono di piazzarsi davanti all'entrata. trattasi di una porta antipanico che però alcune guardie giurate presenti assicurano essere quella giusta.

E qui Seavessi fa una scoperta meravigliosa. Mentre il pubblico di Quellochenonho era tutto mezzo isterico per l'ansia e vestito della cresima (cit. la Tina), qui le persone che arrivano hanno qualunque tipo di abbigliamento, dal semipigiama al falòsulviale al testimonealmatrimoniodelfratello. Non solo, si fanno notare alcuni... beh, vogliamo definirli diversamente giovani? particolarmente arzilli e informati. Seavessi scoprirà in seguito che Chetempochefa svolge anche funzione sociale di bocciofila, e ci sono pensionati ambosessi che non saltano una puntata. Invece che la canasta loro vanno agli studi rai.
Son scoperte.

Lo studio è molto bello, e raccolto. Dalla terza fila si vede benissimo la pelata del Grame e si sentono gli smadonnamenti di quelli che osno arrivti dopo e son finiti in piccionaia. Quelli più carini sono i poveretti che vengono piazzati sulle panche laterali e verranno inquadrati ogni otto secondi, per cui parte la caccia alla calza smagliata.

Una ragazza allegra con ago e filo si aggira e copre qualunque logo presente, financo quello del maglione comprato al mercato di MaritoNP, grande cm 1 x 2 e grigio su grigio. La figliola punta il dito accusatore sul logo, e Seavessi dichiara a gran voce di non aver mai conosciuto quel disgraziato in maglione grigio che va in giro a sventolare loghi.

C'è un gran messaggiamento e diteggiamento su tastierini in studio, e Seavessi rimpiange di essere stata ligia al regolamento e non poter fare  una foto a Fabio da portare all'Infanta. Tanto che poi l'assistente di studio chiederà, per favore, di non smsare mentre si è inquadrati, grazie.

La trasmissione... bella, bella bella. Tante cose, e Stefano Benni, il papà della Luisona, che Seavessi non aveva mai visto dal vivo. E Michele Serra. E Favino e Paolino e oh mamma, quanta robbba!

Seavessi ancora non sa cosa pensare di Renzi. ma ce l'hanno tutti talmente con lui che a Seavessi vien voglia di votarlo. almeno alle primarie, poi vedremo. Ammette di aver sbagliato a fidarsi di Marchionne, e un politico che ammetta un errore è una bestia rara.

Ma quanto le piace Fabio, a Seavessi :-)

Medita, Seavessi, di fare anche lei la pensionata, e di tornarci presto.
Da Fabio.

Con amore.

venerdì 28 settembre 2012

Nient'altro.

Seavessi casa, cameretta dell'Infanta, interno notte.


Lampada accesa, libro letto, preghiere dette. Bacio.


_Buonanotte, ranocchietta.

_(broncio) mammaaaa io non sono una ranocchia!

_Buonanotte, mia principessa.

_mammaaaaaaaa non sono una principessa!!!!!

_Ah già, scusami. Buonanotte mia pirata.

_No mamma, non sono una pirata.

_No? neanche? Allora cosa sei amore mio?

_(ci pensa un momento).... la tua bambina. Solo la tua bambina.









Nient'altro.

lunedì 24 settembre 2012

La trave.

E no, non è un post biblico moralista su travi e pagliuzze e vicini di casa.  

Seavessi è proprio turbata dalla trave.

Oggi pomeriggio l'Infanta andrà per la terza volta a lezione di ginnastica propedeutica: Seavessi lo sapeva che era nel propedeutica la fregatura.

La prima volta l'Infanta, probabilmente a causa di una brutta botta di stanchezza, è scoppiata a piangere prima di entrare, e Seavessi, che per portarla lì aveva smosso mari e monti e rifilato Revoluciòn a un assai poco convinto NonnoG, l'ha riportata a casa  dopo dieci minuti. Sì, Seavessi avrebbe dovuto essere dolce e comprensiva. No Seavessi non avrebbe dovuto bofonchiare rancorosa per tutto il tragitto. Hai voglia le cose che Seavessi sbaglia.
fa niente comunque, visto che la minorenne se n'è infischiata allegramente.

Giovedì scorso ce l'ha portata MaritoNP, e dopo un po' di esitazione la Principessa delle Nevi s'è adattata a rotolarsi sul tappeto come i comuni mortali.

E fin qui tutto ok. In effetti Seavessi aveva acconsentito a scambiare il nuoto con la ginnastica perchè le sembrava altrettanto innocuo: come è molto improbabile farsi male cadendo da dentro una piscina, altrettanto improbabile pareva a Seavessi che l'Infanta potesse danneggiarsi correndo o saltellando su un tappeto morbido. 

Correndo e saltellando, ha detto Seavessi.

No che poi marito e Infanta tornano a casa  raccontando di tappeti elastici e camminate sulla trave. Così non è giusto.

Cara maestra di ginnastica,
non sono quattro anni e mezzo che le rifilo cartoni educativi, che le do da mangiare robaccia insipida e sana, che mi rodo ogni volta che si sbuccia un ginocchio per poi mandartela a te che me la tratti come una palla rimbalzina. C'ha l'aria dura, quella trave, e se poi inciampa e mi va giù di testa e si rompe? E se? E se?
Eh ho capito che rimbalzare, rimbalza.
Eh ho capito che le piace.
Ok, ok, il fatto che abbia qualcuno dei miei geni non implica che sia una scoordinata irrecuperabile pure lei.
Ho capito che a quell'età si frantuma le balle annoia a correre su e giù per il tappeto e basta.

Maestra di ginnastica ho capito tutto.

Ma è la mia bimba, non voglio che rimbalzi via così in fretta.

Non si può e non si deve, e non è sano impedire agli Infanti di rimbalzare via, vero?

Quindi tutto quel che può fare, Seavessi, é trovarsi una trave anche lei, invece di stare a guardare gli altri che volteggiano.



giovedì 20 settembre 2012

Italia in Miniatura. E in ritardo.

Ma meglio tardi che mai, mi si dice...

Questo è il post sponsorizzato di cui Seavessi aveva parlato a inizio vacanze; poi chi bazzica questo link saprà che Seavessi ha avutoqualche trascurabile problema personale e automobilistico, e non è più stata nel mood per scrivere il post su Italia in Miniatura.

Ma forse è stato meglio così, doveva essere un post un po' pensato.

Perché è stata una giornata davvero bella, e oggi Seavessi, al sole d'autunno, ci ripensa, e ripensa agli occhi incantati dell'Infanta.
Partiamo dall'inizio, che per Seavessi è una frase detta, senza dare troppo peso, dall'addetta stampa che ha accompagnato la Seavessi famiglia per parte della visita.
L'addetta stampa, oltre ad aver dato a Seavessi il titolo di Mamma Blogger, facendola sentire come il tizio che fa il raccattapalle in Promozione e un giorno gli dicono che è titolare in serie A, stava mostrando a Seavessi alcuni giardinieri che sistemavano tipo con bisturi e microscopio alcuni cespuglietti. E allargando lo sguardo sulle costruzioni vicine, ha detto _è tutto molto ingenuo, molto a misura di bambino.

E qui già, addetta stampa, hai fatto sei trilioni di punti. Perchè per Seavessi l'ingenuità non è affatto un difetto, è qualcosa di prezioso che va salvaguardato nei bambini ma anche nei grandi, è la capacità di vedere la magia nelle cose e gli qquali nel giardino.

Ingenuo. Perché chi ha studiato questo parco non ci ha messo mirabolanti meraviglie, ci ha messo miniature, belle, e ben fatte, e in mezzo alle quali si può girare tranquilli col passeggino (bello, molto bello che all'ingresso siano disponibili i passeggini Stokke per chi non si è portato il passeggino da casa), e pieni di bottoni che una quattrenne può schiacciare, movimentando, per dire, l'aeroporto di Fiumicino, o i personaggi nell'Arena di Verona. Bello anche che sia tutto "a vista", così detta quattrenne può esplorare cercando i bottoni da ccchiacciare, senza che la mamma passegginata perda anni di vita ogni volta che non la vede più.

Ingenuo. Probabilmente ingenua anche Seavessi, che s'è incantata facendo il giro in barca nell'area di Venezia, ascoltando il commento sonoro così suggestivo. Belli, i commenti sonori, belli tutti, e bello che sia indicato di chi è la voce.

Ingenuo il trenino sopraelevato pieno di bambini contenti ("mamma guarda! la Sicilia dove sta nonna!!!"). E di papà fotografanti. No aspetta. Era MaritoNP quello che fotografava compulsivamente. Gli altri papà stavano tranquilli.

Ingenua Seavessi a farsi trascinare sule minimontagne russe quelle col tronco, ben sapendo che ha paura.

Per nulla ingenuo, anzi con quel tanto di Scottie, teletrasporto! che ha fatto impazzire Seavessi invece il YouMini, la possibilità di farsi fare una specie di "foto" 3d (il risultato finale è una, appunto, miniatura) che poi si può o lasciare nel parco, richiedendo di collocarla dove si preferisce, o avere da portare a casa. Se passa di qui Doug Seavessi si offre di raccontare il procedimento perché vale la pena. Facile che all'Infanta non importasse niente della miniatura, ma farla l'ha fatta impazzire.

Una giornata ingenua. Un po' magica (e strana per Seavessi che non ama i parchi a tema). Che ci siamo goduti dall'inizio alla fine.

Ah, naturalmente, per dovere di cronaca, Seavessi ha chiesto all'infanta cosa le fosse piaciuto di più.
L'Infanta ha risposto _i bottoni da schiacciare. Posso schiacciarli ancora l'anno prossimo?




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Postilla per Doug e per chi vuole il Youmini!
Molto in breve il Youmini è questo
Ma.

E' come funziona che è fantastico.
Allora Doug prendono le persone da miniaturizzare (nel mio caso il marito e la quattrenne, e siccome sono buoni hanno lasciato entrare anche me con la gnappetta in braccio), e le portano in uno stanzino dove c'è una piattaforma quadrata. Sulla piattaforma è montata una struttura a parallelepipedo (non sparatemi, lo so che non è la parola giusta), e in un angolo c'è un PC con un'addetta, di cui parte del compito è impedire a Seavessi di premere qualunque bottone le venga a tiro.
Purtroppo la scansione richiede che gli scansionati (scansiti, scannerizzati o come diceva un ex collega di Seavessi scannati) stiamo molto fermi, per cui non è molto fattibile con gnappetti piccini o, Doug, col gatto. A meno che non passiate preventivamente sul gas il gatto/ i gnappetti, ma Seavessi negherà di averlo suggerito e anzi deplorerebbe caldamente che ciò accadesse.
Anche perchè nisba fornelli nelle vicinanza.
Comunque, si intima agli scansionandi di stare fermi, promettendo in cambio gelati caramelle e altre cose che farebbero storcere il naso a Tata Lucia, e si spengono le luci. A quel punto dalle sbarre della struttura parallelepipedoidale (?) partono quattro laser rossi che scansionano chi sta sulla piattaforma.
Si riaccendono le luci, si fa OOOOOOH, e subito dopo l'addetta al PC ti fa vedere il risultato della scansione.
Si rifà OOOOOOH, si dice brava Infanta toh la Mentos, no MaritoNP non fare così non è che c'hai il nasone è un riflesso, dopodichè si fa qualche foto delle due cavie dei due fortunati scansiti, di modo che sia poi possibile dipingere il youmini coi colori giusti dei vestiti e i tratti giusti del viso.
(sì MaritoNP, anche mimetizzare il naso, come no).

E poi si aspetta qualche settimana la consegna, e si pensa a come il tutto starà bene nel presepe XD


martedì 18 settembre 2012

18 settembre

Revoluciòn,

piccola rossa che hai pescato i geni di chissà quale antenato austroungarico,

che hai gli occhi color del temporale

che ridi sempre e saluti con la manina

e saluti il gatto il televisore il vicino di casa e la pentola a pressione

che oggi hai imparato a puntare il dito e chi si salva più

che ti addormenti da sola e guai a scocciarti

che quando sei girata male ti si sente anche nelle province limitrofe

che sei piena di giochini da masticare ma il preferito è il mio hip hop verde

che guardi tua sorella e vai in deliquio

che sei ostinatamente sottopeso e mangi come un caimano

che ti sei innamorata otto secondi dopo essere entrata al nido

che giochi con la gatta e quella non ti graffia

che sei così bella e sorprendente e allegra

come un regalo da scartare ogni giorno

Buon ottavo complemese amore mio.

mercoledì 12 settembre 2012

Inserivatevi.

Seavessi legge tanti post bellissimi in questi giorni. Di mamme che vedono i piccoli lasciare il nido, e si commuovono e commuovono.
Si commuove anche Seavessi, per quel che si può commuovere una che vive perennemente sull'orlo del pianto e si rovescia di lacrime per la pubblicità delle mamme che vedono gli atleti piccoli.

Se Seavessi fosse la mamma di uno che si tuffa dai dieci metri e lo vedesse bambino le verrebbe il crepacuore fulminante e non arriverebbe mai a vederlo sul podio.

Scusate. Seavessi è rimasta traumatizzata quando ques'estate ha beccato l'Infanta che giocava a GinnasteViteParallele sull'impalcatura mobile che NonnoG usa per verniciare. Appesa per le ginocchia come un pipistrello, la piccola disgraziata ululava mammmaaaaaaaaaaguardaaaaaaaaaaaa.

Dicevamo, Seavessi si commuove.
Si commuoverebbe.
Le minorenni non collaborano.

Ieri notte Seavessi ha approfittato delle ore insonni per montarsi il cuore come se fosse panna, e stamattina guardava l'Infanta sbrodolarsi di lattenesquic con l'occhio lucido, e scrutava Revoluciòn (che rigurgitava  gioiosamente sul padre come non ci fosse un domani) spuntando mentalmente le paranoie da nido, da La tratteranno male a Si dimenticherà di me passando per Chiamerà mamma la tata e Si ammalerà di mallattie misteriose e imperscrutabili e sarà colpa mia, perché? perché sì. E smettila di discutere con le paranoie, cretina.

Quindi capite che Seavessi era bella carica, nella migliore disposizione d'animo per piangere che neanche Missitalia appena eletta.

Ma.

L'Infanta arrivati all'asilo ha detto _beh, ciao. E se n'è ita e chi l'ha vista più. Ciao neh Infanta. Ciao. Bacio a mamma? Eh? Ciao.

Ma

Revoluciòn arrivati al nido s'è prontamente innamorata dei cubi di gomma e di un maturo duenne di nome G. Non è chiaro in che ordine. Seavessi è rimasta lì un'oretta, ignorata dalla progenie. 
Poi ha detto beh proviamo che vado a fare due passi.
Sì è installata in edicola, ha importunato l'edicolaio per venti minuti, ha pagato oro per una rivista che titolava Tutto sui cupcakes, dentro alla quale ha poi trovato una valida alternativa alla crema al burro, la Variante allo Strutto (sic).
E' tornata al nido, è stata nuovamente ignorata, e incoraggiata dalle tate a sparire per un'altra oretta.
Alla fine della quale ha recuperato Revoluciòn cantante e salutante, ha scoperto che nel frattempo la tenera piccola aveva scroccato un omo alla frutta, e l'ha portata a casa. Non troppo convinta.
Revoluciòn, no Seavessi.

Quiz.

Secondo voi, at the end of the day, Seavessi:

a- si sente la mamma più immensamente fighissima dell'universo e di alcuni universi limitrofi, per aver allevato due giovani donne allegre serene e sicure di sé.

b- si sente la mamma più schifoserrima del creato, perché entrambe le figlie ne han talmente le balle piene di lei che non vedono l'ora di migrare verso altri lidi.

c- si sente perplessa. Molto perplessa. Almeno due-birre-e-un-gelato-di-grom perplessa.

Perchè Seavessi non riesce mai a scrivere un bel post commovente da primogiornodiscuola?


lunedì 10 settembre 2012

Bisogna dirlo.

Una volta, Il blog era molto giovane e anche Seavessi era più giovane di una figlia e di un milione di bloganni, era comparso un commento di una sedicente psicologa, che dispensava a Seavessi consigli su come mantenere vivo e vivace il rapporto con MaritoNP. Seavessi lo linkerebbe ma non le viene dove sia, magari qualcuna delle blogamiche dei primordi se lo ricorda.

Seavessi aveva risposto, abbastanza banalmente, che da una che si definisce sociopatica anaffettiva e malmostosa non ci si possono aspettare dettagliate descrizioni della vita di coppia. Fisica o affettiva che sia.

Per cui questo post non ha molti post-fratellini. Se Seavessi avesse mai imparato ad usare decentemente i tag, nella nuvoletta questo avrebbe un posto piccolo piccolo.

Si sa che le nuvolette ingannano, lo sa anche Uinnipù.

Perchè se si dice quando MaritoNP fa girare l'anima, per dovere di cronaca ancor prima che per dovere coniugale bisogna dire anche quando regge la baracca.

Bisogna dire anche quando raccatta i pezzi.

Bisogna dire quando sopporta il palesemente insopportabile, quando ascolta per delle mezz'ore una donna che da di matto per delle scemenze globali, che si strugge per la lunghezza del tunnel dei neutrini, che coglie nei discorsi sulla ricetta della marmellata di pesche improbabili presagi di infausto futuro.

Bisogna dire quando più che il marito fa il paracolpi per impedire a Seavessi di prendere testate contro ostacoli immaginari.

Bisogna dire anche quando fa la boa, e quando non sa che altro fare e compra un chilo di cioccolatini e un barattolo di crema corpo profumata. E funziona per far passare una serata brutta.

Certo tocca anche ammettere che Seavessi in questo momento è una piaga.

Ma bisogna dirlo.

Bisognerebbe dirlo anche a lui, ma Seavessi aspetta di riuscire a farlo senza piangere per la ventottesima volta nella giornata.


giovedì 6 settembre 2012

Le mamme lo sanno.


Avete presente tutti la mai abbastanza vituperata famiglia camden, vero? Ah ben. Ecco.

La famiglia Camden è autarchica e autoreferenziale. Voi direte e grazie, sono in quarantadue. Ma Seavessi non pensa solo alla nebulosa gestione domestica e al misterioso reddito che consente alla banda di disgraziati di avere il tenore di vita che ha (nel  dubbio, Seavessi consiglia comunque a chi sia in cerca di lavoro di valutare la carriera di pastore forse battista nel midwest).

Ma son sempre loro a dare consigli agli altri. Dalla moda alla droga dalla scuola allo sport e non parliamo di morale che lì vincono a mani basse.
Anche quando il papà spara minch dice sciocchezze, arriva la mamma e spara perle di saggezza neanche avesse un uzi.

Non è l'unica. Nell'iconografia delle mamme la mamma onnisciente è un classico. Fosse pure che hai un problema che ti si è spanato il firewall del database criptato dalla Nasa e la mamma a malapena sa accendere il microonde, beh la mamma ti saprà dire le parole giuste.

Del resto.

Il rifugio più sicuro è il cuore della mamma (letto su targhetta in vendita a Oropa).

L'infallibilità dell'istinto materno (frase che qualunque mamma si sente dire, di solito da parenti senza figli).

Lo faccio per il tuo bene (lo diremo tutte se non l'abbiamo già detto).

C'è tutta una cultura che ci insegna che noi sappiamo cosa sia il meglio per nostro figlio. E che noi siamo in grado di fare il meglio per nostro figlio. Magari facendo ciò con la grazia delicata di un'asfaltatrice che spiana catrame sotto il sole di agosto assicuriamo al pargolo anni di analisi e un curioso tic all'orecchio destro , ma noi siamo la mamma. Le mamme lo sanno. Le mamme. Sanno.

Le mamme, se si guardano nel cuore senza paura, sanno che c'è una postilla a questa regola di onniscienza. Scritta piiiiiiiccolo piiiiiicolo come le clausole vessatorie nei contratti.

C'è scritto che devi sapere anche quando lasciare andare. Quando ammettere che quella polpetta sorridente che l'hai fatta tu, e passerai la vita a cercare di ricordare che non è parte del tuo corpo, ha bisogno di altro da te.

C'è scritto che devi sapere che non solo il mondo ha bisogno di quella piccola perla perfetta che è il tuo bimbo, ma anche il tuo bimbo ha bisogno del mondo che non è perfetto, non è amorevole, non lo abbraccia, non lo consola, non sempre, che non sei tu. 

C'è scritto che devi sapere quando, incredibile a dirsi, non sei il meglio per tuo figlio. Perchè non sai stimolarlo come la maestra, coinvolgerlo come gli amichetti, divertirlo come i nonni, non sei divertente sulle giostre come la zia. 

Tu sei la mamma. Gli insegnerai ad allacciarsi le scarpe per correre a giocare, non gliele allaccerai tu dicendogli oh tesoro, ogni volta che si sciolgono torna qui da me che solo io te le so allacciare bene.
Tu sei la mamma, e devi sapere.

Devi sapere anche che sarai sempre la mamma, e anche quando tuo figlio sarà ingegnere spaziale e farà atterrare una sonda su Giove potrai telefonargli e dirli di mettere la canottiera che prende freddo.


Quante cose da sapere e neanche uno schifo di manuale.




Oggi
Seavessi
ha portato 
Revoluciòn 
al nido.

martedì 4 settembre 2012

Coda di paglia

Seavessi casa, mattina, interno giorno.

Seavessi e MaritoNP prendono il caffè con un occhio ancora chiuso. Revoluciòn mastica felice l'hip hop materno, che mai fu inventato miglior gioco masticabile.

All'improvviso.

Infanta, urlando da luogo ignoto in zona notte _Mammapapà!!! Sono incasssssataaa!!!!

MaritoNP _ecco lo vedi! Devi stare attenta, parli come un parlamentare in libera uscita! Poi ripete!

Seavessi _(chiaramente colpevole del turpiloquio domestico) eeehm..  ma sono i compagnetti!


Infanta (urlando) _mammaaaaa!!! Sono incasssssataaa!!!!


MaritoNP _ma che compagnetti che son due mesi che non li vede! Insomma, io mica le dico ste parole!

Seavessi _(obbligata a riconoscere che quanto sopra è vero) eeehhhh.... umpf... bah... (oddio ha ragione sono una mamma orrenda non riesco a non tirare giù accidenti ma insomma sono anni che non vado allo stadio e non mi sfogo un po' oh cazzo sto impazzendo oh merda ho detto cazzo oh vaffanculo ho detto merda)

Infanta (urlando) _mamma davverooooo!!! Sono incasssssataaa!!!! Vieniiiii!!!

Seavessi (urlando dalla cucina) _Ma insomma Infanta... non si dicono queste parole...

Infanta _Mammaaaaaaaa vieni mi sono incasssssata con la gamba nella scaletta del letto! Mamma non riesco a sssiendere!!!

domenica 2 settembre 2012

10 cose successe venerdì

1- Seavessi s'è vestita decentemente per la prima volta da mesi.

2- Traumatizzata da cotanta visione, Revoluciòn ha prontamente rigurgitato sulla mise materna.

3- Seavessi s'è infilata i primi jeans e maglietta puliti che ha trovato perché si faceva tardi.

4- A Torino era prevista pioggia e invece al mattino c'era il sole e il cielo in gran spolvero, con tutte le nuvolette sfumate chiaroscurate e acquarellate come si deve.

5- Sul 61 accanto a Seavessi due tenere vecchine facevamo un inventario terrificante di figlie incinte figli conviventi abbandonati financo dal cane parenti moribondi uteri asportati ehhhh hanno aperto, hanno richiuso, niente. Alla fine una delle due si alza tremolante per scendere e fa all'altra _ah a proposito signora, tanto piacere io mi chiamo Adriana.

6 - Seavessi è stata aggredita da un piccione e in conseguenza di ciò ha cercato di lanciare il caffè addosso alla persona accanto a lei.

7- Ancora presa male dal piccione Seavessi s'è scolata un mezzo bicchiere d'acqua. Peccato. Non suo. Sempre della persona di fianco.

8- Seavessi ha dimenticato l'80% delle cose da dire chiedere fare baciare lettera testamento sempre alla persona di cui sopra. Del resto dopo averle bevuto nel bicchiere era in imbarazzo anziché no.

9- Nonostante questo Seavessi era particolarmente felice e saltellante. Un puffo ciccio e spettinato.

10- Nonostante i punti precedenti, la Dabo ha promesso di parlare ancora con Seavessi e di non eliminarla da qualunque tipo di contatto.

Anche se Seavessi l'ha bersagliata di caffè e le ha bevuto nel bicchiere.

Son cose veh.

giovedì 30 agosto 2012

Stelle cadenti

pare che il sonno, mancanza di, sia il leit motif di questi giorni. Ma ora Seavessi vorrebbe raccontare non del suo sonno tormentato - a proposito, Seavessi vorrebbe anche smettere di sognare di cadere e svegliarsi spaventata - ma di quello della prole.

Di Revoluciòn, in particolare.

E per parlare del sonno di Revoluciòn parliamo di quello dell'Infanta.

Quando l'Infanta è nata la Seavessi neofamiglia viveva nella casetta, appartamento da single di Seavessi in cui via via si erano installati marito (fidanzato) gatto e piccola elfa nordica. Come si può ben immaginare era piccina, la casetta tanto amata, e l'Infanta dormiva nel lettino accanto al letto grande, e Seavessi spesso l'addormentava in braccio, cantando canzoni sgangherate.
Come a tutti i piccoli miracoli quotidiani, Seavessi ci faceva poco caso. Era solo una parte della giornata.
ma era bella, come bello è ancora leggere all'Infanta Harry Potter e guardarle di sbieco gli occhi che pian piano si chiudono.

Ma è meno fisico.

Revoluciòn, a parte i primissimi giorni di vita, forse un mese, ha categoricamente rifiutato di addormentarsi in qualunque luogo o situazione non fosse il suo letto, abbracciata all'Asciugamano Amico (con cui il rapporto è a volte conflittuale, ma pazienza).
E' un po' integralista, Revoluciòn. Se proprio non ce la fa più crolla dieci minuti sul passeggino, ma più che sonno è perdita di conoscenza.  Man mano che cresce succede sempre meno.

Stasera, dopo il bibe della cena (che a breve verrà sostituito dalla pappa, e un po' a Seavessi dispiace perdere questi dieci minuti di coccola), Revoluciòn ha piantato gli occhioni color temporale in quelli di Seavessi, ha fatto un paio di volte ciao con la manina, si è girata e si è addormentata.

In braccio.

Mai successo.

Seavessi non è persona che prediliga il contatto fisico, gli sbaciucchiamenti vari.

Ma l'abbandono totale di un bambino addormentato in braccio, il momento in cui senti che il suo respiro diventa sonno, la fiducia che l'abbandono sottende.
Revoluciòn la Talebana del Lettino che sogna sogni piccolini fra le mie braccia.

E' un miracolo, di quelli che succedono tutti i giorni e a cui bisogna stare attenti, come alle stelle cadenti.

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