giovedì 31 marzo 2011

l'Ufficio Vuoto

Oggi l’openspeis è silenzioso, i Seavessi colleghi, quasi tutti, sono a un qualche tipo di corso che Seavessi, nascondendosi dietro un ficus aziendale, è riuscita a evitare.




Ma che bello l‘openspeis silenzioso o quasi.

_Seavessi vieni che ci beviamo un tè?

_No aspè che sto leggendo Gramellini 

_Pronto? Sì, volevo avere informazioni su traghetti per la Sardegna...

_Stasera c’ho il colloquio con gli insegnanti, quella di italiano è completamente pazza.

_Seavessi vieni che ci beviamo un tè?

_Arrivo momento

_No, voglio che mi rimandi indietro il mio excel compilato!  No che non me lo compilo da sola, non ho i dati! Ma se me li devi mandare allora compila tu, no? Come cosa? IL FOGLIO EXCEL!

_Sai che s’è comprato una casa a Lampedusa?

_Ma non c’avevano già abbastanza problemi così?

_Seavessi, sto tè?

_Arrivo, leggo una mail e arrivo.

_Cosa faccio per cena?

_Ah non so, io ho il colloquio con gli insegnanti, mi merito almeno una pizza. E una birra. Grande.

_Ho caldo, vado in bagno a togliere le calze

_Seavessi vado da sola eh!

_Arrivo








Stamattina Seavessi ha raggiunto un piccolo traguardo privato: per la prima volta nella sua vita di sociopatica anaffettiva con evidenti problemi di gestione del contatto fisico (mix che per qualche misterioso motivo non ha mai incoraggiato le amiche a intavolare con Seavessi certi discorsi) – ecco per la prima volta Seavessi ha avuto (sta avendo) una sana, allegra, divertente e infinitamente leggera conversazione sul sesso con un’amica.

Oh, son scoperte eh!

mercoledì 30 marzo 2011

Lamàlta

Già si è detto delle difficoltà di Seavessi nell’impostare e gestire una normale vita sociale, e che Seavessi, di fronte alla prospettiva di manifestare i propri affetti, si ritrae in un angolo, arruffa il pelo, gonfia la coda e soffia al resto del mondo.

Questo avviene anche perché, una volta fatto entrare qualcuno nella ristretterrima cerchia delle personae gratae, Seavessi ha una visione apocalittica del rapporto, basta che la pesona in questione risponda malamente al telefono – magari c’ha una vagonata di fatti suoi in mente – e Seavessi passa ore e ore a macerarsi nel dubbio di avere fatto qualcosa di orribile tale per cui l’amico/a l’ha appena depennata dalla lista di auguri di Natale, e si avvelena la vita pensando ai torti immaginari che ha fatto.

Ne consegue che, se da un lato le poche amicizie che ha per Seavessi sono preziose e profonde, d’altra parte è estremamente cauta nell’accoglierne di nuove. E non è che ciò si aconseguenza di chissà che trauma infantile, non so tipo l’introduzione precoce del glutine, Seavessi è storta così da che ne ha memoria.



L’Infanta no. Ma anche per fortuna eh?

Seavessi è molto apprensiva riguardo alle Infantesche amicizie, perché sa che avrebbe difficoltà a trattare con un Infanta che piange perché qualcuno le ha detto non ti faccio più amichetta.

L’Infanta ovviamente ben si guarda dal piangere, dopo tre mesi di asilo ha un fidanzato, IlMioLuca, un vicefidanzato (per quando il primo ha l’influenza,probabilmente), e un’amichetta che avvelena la vita di Seavessi: Lamàlta.

Lamàlta (Marta all’anagrafe e per i non piemontesi) è l’incognita della giornata di Seavessi: ogni sera quando si torna a casa bisogna fare il Lamàlta-check, e scoprire se durante la giornata le due nanette hanno vissuto in comunione di amorosi sensi o si sono azzannate come neanche gli Oasis quando gli gira male. 


L’indagine deve essere cauta e sottile, perché se una povera Seavessi che con una mano pela le carote e con l’altra carica la lavastoviglie, cercando nel contempo di buttare un occhio a Extreme Makeover Home Edition (perversione condivisa di Seavessi e della sua progenie), ecco se Seavesai si sbaglia a chiedere

_amore hai giocato con Lamàlta oggi?

Può ottenere

a) 15 minuti di Infantesca conversazione sul genere sì, io e Lamàlta siamo amiche e giochiamo alle signòle ma non facciamo giocale I. e A. (che peraltro sono più grandi e non se le filano di pezza) giochiamo solo io e Lamàlta che siamo amiche e io voglio bene a Lamàlta e Lamàlta è bellissima e blavissima e anche la mamma de Lamàlta è bella e blava e noi giochiamo insieme ecc ecc

O, come ieri sera,

b) nooooooooooooooo io non sono più amica de Lamàlta non vuole più fale pace pelchè io le ho detto blùtta e lei mi ha ppinto e io l’ho picchiata allola lei ha chiamato MaestlaS e io  ho detto che non gioco più con lei io gioco solo con IlMioLuca alle signòle anche se lui vuole giocale ai golmìti e Lamàlta è cattiva e io volevo picchialla ma lei scappava e allola io ho detto blùtta e la sua mamma è cattiva ecc ecc

in entrambi i casi Seavessi non ha speranza di capire qualcosa di quello che dice Ty in Extreme Makeover Home Edition.

martedì 29 marzo 2011

Madri e figlie

Seavessi è un po’ pensierosa; non triste, ma pensierosa.

Ieri sera è arrivata a casa NonnaG, che nei sei minuti liberi che le avanzano la sera riesce anche a preparare delle fodere stupende per la Seavessi-poltroncina, ed è entrata armata di metro aghi e filo per imbastire.

NonnaG riesce a fare milioni di cose contemporaneamente, e non perde la tramontana; ha avuto Seavessi che era una ragazzina, aveva venticinque anni – più o meno l’età che adesso ha ZiaBella, accidenti – ai tempi era normalissimo, anzi era stata una delle ultime del gruppo di amiche a sposarsi e ad avere figli.

Ciò nondimeno era una ragazzina.

Ma nei ricordi di Seavessi è sempre stata adulta, solida.  Una Mamma con la M maiuscola, di quelle che sanno cosa fare e qual è la cosa giusta e non si fanno certo infinocchiare da un banale acetone pensando che sia una malattia rara. Una mamma anche allegra e divertente, capace di inventarsi giochi fantastici, ma molto ben calata nel ruolo.

Nel momento in cui NonnaG è entrata, Seavessi e l’Infanta stavano saltando per il soggiorno come due stambecchi davanti al video di Rewind, e l’Infanta strillava _E’ TUTTO NECESSALIOOOOOOOOO!!!!!



Ieri sera a letto, ripensandoci,  Seavessi non è potuta sfuggire all’inevitabile confronto. Che ricordi avrà l’Infanta da grande di sua madre, come la descriverà? Come quella che dava il piattino di latte agli squali? Come quella che le ha insegnato a cantare la locomotiva prima delle tagliatelle di nonna pina?

Intendiamoci, per una volta Seavessi non sta dicendo che si sente piccolaenera. Ma decisamente si sente, rispetto a NonnaG – rispetto alle madri delle sue amiche, rispetto alla generazione precedente – decisamente destrutturata.

Seavessi non ne ha manco per le balle desidera affatto essere una mamma amica, ma allo stesso tempo non sa essere una mamma seria, e forse non vuole neanche esserlo, non ci crede lei figuriamoci farla in barba all’Infanta che come tutti gli Infanti ti sgama in tempo zero. 
Del resto, Seavessi riflette che mai come oggi le mamme sono state bombardate di messaggi, indicazioni, tatelucie (che a Seavessi Tata Lucia piace eh!), studi dell’università del Wyoming centro-orientale su come allevare i figli.

Forse è questa la grande fatica delle mamme di oggi, questo continuo, costante reinventarsi un ruolo, il confronto quotidiano fra quello che si dovrebbe essere, quello che si vorrebbe essere e quello che si è.

Questo trovare nuove strade senza usare il navigatore – al massimo si usano i blog per avere dritte sul percorso.

Però vale la pena, ci sono panorami bellissimi.

lunedì 28 marzo 2011

Qualcuno birbone.

Avete presente quel film americano, credo degli anni ’80, in cui c’è un ragazzino, che invece di chiudersi in garage e fondare una multinazionale come  usa presso i ragazzini americani, pasticcia non so come col computer, si collega a un server del pentagono che stava giusto lì in attesa di un ragazzino in vena di scherzi, comincia a giocarci (per inciso un neurone di Seavessi è impegnato dall’informazione che il computer si chiama Joshua) e com’è come non è scatena la Guerra Termonucleare Globale?


Seguono due ore di porcoqui e porcolà di generali e scienziati vari, chè naturalmente nessuno sa come fermare il computer con l’esaurimento che cerca di bombardare Mosca, e poi finisce a tarallucci e vino, a Seavessi sembra che il film si chiamasse proprio War Games.

Seavessi quando ci pensa sogghigna sarcastica.

Seavessi non ha bisogno di connettersi a un computer del pentagono per scatenare la Guerra Termonucleare Globale, le basta pronunciare le fatidiche parole

_Infanta, vieni un po’ che dobbiamo tagliare le unghiette dei piedini.

L’Infanta immediatamente, da trenne posata e vagamente ascetica, si trasforma in una specie di erinni inavvicinabile, si nasconde nella cabina armadio e urla tanto che esce NonnaG strillando la frase che tutte le mamme amano sentire, _ooh ma cosa stai facendo di nuovo a quella povera bambina?

Seavessi sfodera le sue doti di rugbista, placca al volo l’Infanta fuggente, la blocca sul pavimento del bagno e procede alla trista operazione, ricavandone un sacco di calci, di cattiva e di voglio il mio papino (papino che, per inciso, ben si guarda dal tagliare unghie ad alcunchi).

Ieri sera dopo il bagnetto si è svolta una piacevole replica di quanto sopra, e Seavessi ne è uscita sudata marcia e di umore tendente al serial killer. 

L’Infanta ovviamente dopo dieci minuti era allegra e giocava, apparentemente senza risentimento.

Apparentemente.

Seavessi casa, ora di cena, interno sera. L’Infanta ha fatto non so cosa, tipo una pernacchia a suo padre.

MaritoNP (ridendo) _Infanta... Infanta mi sa che in questa casa c’è qualcuno un po’ birbone...

Infanta _qualcuno glande?

MaritoNP _no no... qualcuno piccolo che fa le pernacchie!!!

Infanta (con aria di fiera denuncia, additando Seavessi) _No, qualcuno bibbone GLANDE!!! Qualcuno (sguardo torvo) che vuole TAJJARE LE UNGHIE DEI PIEDINI!!!



venerdì 25 marzo 2011

Stiamo meglio.

C'è il sole.
L'Infanta non ha più l'acetone e ha ricominciato a comandare a bacchetta ZiaBella.
la piglia di robbba da stirare è stata lentamente smantellata.
Pare che l'openspeis sia sopravvissuto egregiamente anche in assenza di Seavessi.

Stamattina NonnoBis ci ha tenuto una lezione su Come seminare il basilico dalla preistoria a oggi, con una breve monografia sulla malvvagità delle talpe, esseri infimi e infidi di acclarata origine demoniaca.

E meno male che non sa degli squali...

giovedì 24 marzo 2011

Pillole di autostima

Mettiamo che siate a casa, sentendovi vagamente colpevoli  per aver abbandonato a loro stessi l'openspeis e tutti i suoi abitanti;
che vi sentiate mamme di seri C2 se non direttamente campionato interregionale, perché l'amato DottorS oltre ad aver diagnosticato un acetone (acetone, dico! Il primo sospettato di sempre, il maggiordomo in biblioteca conil candelabro delle malettie Infantesche!) all'Infanta abbia riempito voi di integratori vitaminici.
Mettiamo che abbiate anche una piglia di robbbba da stirare alta come il K2 e altrettanto ostica.

Mettiamo che in tutto ciò l'Infanta, a cui voi vi siete ben guardate dal fornire un qualunque tipo di nozione di inglese, ritenendo che abbia già il suo bel da fare a giostarsi italiano piemontese e nozioni di lingue varie ed eventuali con i compagni di asilo, mettiamo che vi senta cantare mentre stirate un'oscura canzonacci dei Queen del '73 quando probabilmetne nemmanco lo sapevano di essere i Queen, e mostri un improvviso e sfrenato entusiasmo che vi apre il cuore dopo mesi di ballo del quaqua.

Mettiamo che vi convinca a mettere su il cd incriminato, lo ascolti per bene, poi faccia ricantare voi, e sentenzi con occhi sognanti _ooooh mamma, canti meglio TU!!!


Saresgte giustificate vero, se per il resto della mattinata colntinuaste a stirare cantando nello spruzzino e fingendo di essere a Wembley davanti a Nmillemila persone, vero?

mercoledì 23 marzo 2011

La verità, vi prego, sull'acetone

L'acetone è scientificamente imparentato con la febbre da dentizione, i dolori da crescita e i brufoli da cioccolato; vale a dire che nessun pediatra degno di tal nome ne riconoscerà l'esistenza, e anzi è probabile che si faccia allegre beffe della vostra mamma-diagnosi. Al contrario qualunque altra mamma, a partire dalla vostra, è in grado di riconoscerne i segni negli Infanti a sei chilometri di distanza e con la nebbia, e di consigliare una varietà di rimedi caserecci.

Ieri sera lìInfanta è tornata dall'asilo che era uno straccetto molto poco semovente, ma priva di febbre o di altro sintomo chiarificatore.

Seavessi, che al mattino aveva avuto la pessima idea di chiamare la pediatra per fissare un tagliando, ha cominciato a parlare con le fate, perché la simpatica pediatra aveva allegramente allertato _eeeeeeeeeeeh ma mi sa che ci vediamo prima, in giro c'è pieno di focolai di broncopolmonite!!!

Così Seavessi in lacrime e crisi mistica si è decisa a chiamre l'adorato dottorS, che ha annusato l'Infanta, ha detto acetone, e ha prescritto un cucchiaio di miele ogni tre ore e tre giorni di riposo.
Per l'Infanta o per l'isterica Seavessi? Non è dato sapere.

E' dato invece sapere che la connessione da casa di Seavessi va a pedali, per cui Seavessi si scusa se non riuscirà a ripondere ai commenti.

martedì 22 marzo 2011

Chiacchiere e distintivo

Seavessi stamattina è irrequieta. 

Importuna i colleghi rumeni, che hanno la sfiga di essere appunto in Romania e quindi un’ora avanti e quindi già abbondantemente in ufficio, con telefonate ansiogene riguardo a cose non urgenti.

Seavessi ha preso il caffè alla macchinetta, l’ha trovato singolarmente cattivo e l’ha rovesciato nel vaso del ficus aziendale, che a forza di caffè cattivi ormai ha tre occhi come i pesci di Springfield.

Seavessi ha consegnato il cellulare a Wondermary, e non ridarmelo neanche se te lo chiedo eh! Me lo ridai all’ora di pranzo, prima no qualunque cosa ti dica.

No, Seavessi non si è definitivamente rimbecillita.

Ma oggi l’Infanta, all’alba delle ore 08.25 (e mi raccomando puntuali che il pullman non ci aspetta!), data stellare -2211780.7743531205, ecco oggi l’Infanta è partita per la sua prima Gita con la Scuola, alla matura età di 2 anni, 10 mesi, 1 settimana e 1 giorno.

Ieri Seavessi non ha resistito e ha telefonato a MaestraS, proponendo viscida _eeeeh ma serve mica qualche mamma che accompagni? No perché io posso prendere ferie, devo solo disdire una riunione con un tizio arrivato apposta da Dublino, posso bucarla tranquillamente... 

Ma MaestraS non ci è cascata e ha abilmente parato il colpo, sfoderando il temibile discorso sull’autonomia dei pargoli e accennando vagamente alle mamme che se stanno fuori dai piedi è meglio, grazie.

Stamattina Seavessi ha aperto gli occhi e ha visto fuori dalla finestra il cielo chiaro e i rami del noce aranciati nella luce del mattino, ha visto nitide le gemme e ha pensato a come fra poco spunteranno le foglie di quel verde tenero e bellissimo.

Poi ha guardato l’Infanta addormentata che come al solito si era trasferita nel lettone in qualche punto imprecisato della notte, e l’Infanta si è svegliata e ha sorriso, subito sveglia come ci riescono solo gli Infanti.

Seavessi _ma buongiorno crema del mio caffè, lo sai che oggi vai in gita?

Infanta _sì mamma, vado sul pùmman e mi siedo vicino al MioLuca.

MaritoNP _sgrunt.

E confortata dagli sgrunteggiamenti paterni e dallo sguardo perplesso di Seavessi con in testa l’immagine dell’Infanta adolescente che fa ciao ciao con la manina e parte per la gita a Barcellona con il MioLuca, l’Infanta è partita.

Per dove?

Per una fattoria didattica? NAAAAAAAAAAAAAAA

Per un parco naturale? Dilettanti.

Per uno ZooSafari? Pfui.

L’Infanta è andata in gita in Questura, dove salirà sulla macchina della polizia, le verrà spiegato di attraversare sulle strisce e dulcis in fundo le verranno prese le impronte digitali. Perché – ha cinguettato entusiasta MaestraS – ai bambini piace tantiiiiiiiissimo quando prendono le impronte digitali!!!


lunedì 21 marzo 2011

Son soddisfazioni.

Certo, non è una novità che la mammitudine sia uno sporco lavoro, altro che le  eteree e sorridenti giovini che ammiccano dalle riviste Fainunfigliotechepoilofaccioanchio con in braccio Infanti vestiti di lino bianco immacolato e antipiega.

La mammitudine è un bieco lavoro di mediazione, che include compromessi inganni menzogne e altre amenità, fra il piccolo testardo che hai partorito e il resto del mondo, ma più spesso con i grandi testardi che hai intorno, in primis quello che hai sposato probabilmente in preda a sostanze psicotrope.

Parliamo un momento dell’Infanta e di MaritoNP.

Seavessi sta covando il vago proposito di sbattere violentemente le loro amate teste una contro l’altra, per verificare empiricamente se con le scintille generate si riesca ad accendere il fuoco.

Seavessi casa, domenica mattina, interno giorno.

MaritoNP _ciao Infanta, vado al lavoro, ci vediamo stasera!

Infanta _ NOOOOOOOOOOOO BUAAAAAAAAAAAAAHHHHH stai qui con me!!!!

MaritoNP _Infanta non posso, no non tirarmi la cravatta!!! INFANTA!

Infanta _tu sei blùtto e pussòne e hai una clavatta blutta.

MaritoNP _Seavessi! SEAVESSI! INFANTA! Insomma basta questa bambina dalle due parole in su mi dice pussone alla fine son suo padre e cosa impara all'asilo dove l'HAI mandata  un minimo di rispetto se avessi risposto io così a mio padre blablablablabla e ri bla

Seavessi (contando mentalmente le pecorelle che saltano lo steccato) _Infanta non dire più pussòne a papà. Chiedi scusa.

Infanta _no lui è blùtto e pussòne e io non lo voglio io voglio la mia mamma bellissima e blavissima.

MaritoNP _ecco lo sapevo mi tagliate sempre fuori! Mi escludete!  E allora io vado a lavorare!

Infanta _BLUTTO! PRRRRRRRRRRRRRRRR!!!!!

Seavessi (considerando i pro e i contro dell’aprire un chiosco di mojito sulla spiaggia a Cuba) _Infanta basta dai, vai a giocare in cameretta. MaritoNP anche tu, vestiti e vai a gioc ehm al lavoro.

Dieci minuti dopo

Seavessi _MaritoNP guarda che domani sera vado dal dentista e torno tardi, per favore metti su qualcosa per cena. 

Infanta (dalla cameretta) _sìììììì papà plendiamò la pìssa della pisselìa! Con le patatine!

MaritoNP _sì amore mio bello cucciolotta di papà, e che pìssa vuoi?

Infanta _io plendo la pissa e le patatine e tu plendi la pissa glossa.

MaritoNP _e per la mamma?

Infanta _la mamma (la mamma chi? )? La mamma mangia le stelline in blòdo.


venerdì 18 marzo 2011

Emozioni, istruzioni per l'uso.

Seavessi non è capace.

Può emozionarsi per un film, per un bel gol, per l'incipit di un libro, ma sono emozioni in qualche modo esterne. Le emozioni interne, quelle che le rimescolano il sangue, non le sa gestire quindi le ignora senza pietà.

In effetti, Seavessi non parla con se stessa da anni, e non sente particolarmente la propria mancanza.

Oltretutto di solito riesce a compensare benissimo la gioia di vivere metereopatica che la prende all'inizio della primavera con il fatto che in linea di massima l'estate e il caldo annunciati dalla primavera medesima le fanno schifo.

Quest'anno no.

Quest'anno Seavessi è in pieno rimescolìo, naviga a vista, sballottata da onde che non ricordava dall'adolescenza.

è possibile, ha un senso, ri-innamorarsi  così senza una ragione?

Seavessi se ne approfitta, che oggi è qui da sola a scrivere e probabilmente non c'è nessuno dall'altra parte a leggere, se ne approfitta per dire che c'è il sole, spuntano gli iris intorno al nanetto da giardino regalato da Ziabella e prontamente rinominato dall'Infanta Babbo Natale,



le bancarelle al mercato hanno tirato fuori i vestiti leggeri e colorati, c'è il vento e ha quasi il profumo del mare

e a Seavessi scoppia il cuore.

E' bello? Sì, se non pensi a quanto fa paura.

mercoledì 16 marzo 2011

Il Silenzio degli Infanti

Ci sono giorni in cui fuori piove ma Seavessi riesce a guardare il giardino e scorgere i germogli di iris appena piantati, e sa che prima o poi smetterà di piovere.

Giorni in cui anche il lavoro che ti ha fatto impazzire per settimane riprende un ritmo normale, e Seavessi guarda la mail ormai sgombra di arretrati e scrittine Highest Priority e ricorda che i periodi di stress prima o poi finiscono, o quanto meno il mondo rallenta abbastanza da permetterti di guardare dal finestrino.

Ci sono sere in cui si riesce ad uscire prima per recuperare l’Infanta all’asilo, una volta tanto, e ci si ferma ad ascoltare le odierne imprese del mio Luca, e si cerca di immaginare questo gruppetto di maschi cinquenni intenti ai loro gormiti o quel che è con in mezzo ai piedi l’Infanta neanche treenne che gioca imperterrità alle signòle, e questi cinquenni devono essere dei gentlemen-to-be perché non la mandano via a spintoni come sarebbe più che comprensibile che facessero.

E poi si prende l’Infanta medesima e la si porta a comprare un costumino nuovo per la piscina, no amore non ci sono con i disegni di squali, prendiamo questo a righine che è bello uguale.




E poi si torna a casa con un'Infanta finalmente non bellicosa, che omette di ululare appena oltrepassata la soglia chiedendo caramelle uovikìndel e visioni di Sclèc, ma si lascia coccolare un pochino – evento frequente quanto le serate in discoteca di sua madre – e poi acconsente di buon grado ad aiutare Seavessi nel riordino della Stanza del Casino, dove vivono ancora allo stato brado alcuni scatoloni del trasloco.

Ci sono sere in cui per miracolo il tempo scorre lento, e c’è anche il tempo di chiacchierare un po’ fra donne, e preparare una cena decente riscoprendo che a Seavessi cucinare piace, solo non le piace doverlo fare in sempiterna corsa.

Ci sono sere in cui si può stare lì a rimestare broccoli al curry, concedendo un pensiero alle vacanze future, al corso per diventare volontari della Misericordia che Seavessi vuol fare l’anno prossimo, al fatto che l’insegnante di detto corso sarà ZiaBella, che strano sarà, si può essere distratte per un momento, grate del momentaneo, Infantesco silenzio.

Esatto.

grate del momentaneo, Infantesco silenzio.

Ci sono sere in cui ci si dimentica che il silenzio Infantesco non è indice di calma ma bensì di accident waiting to happen.

Ci sono sere in cui Seavessi rimesta broccoli e curry ignara, e non sa del pericolo che incombe sulla sua testa con mollettone azzurro.

Non sa, la sciagurata, che intorno al tavolo alle sue spalle si aggira un pericolosissimo esemplare di Squalus Domesticus, per la precisione uno squaletto biondo con gli occhi grigi alto poco meno di un metro che ha famissssima ed è in cerca di facili prede.

Non si può quindi biasimare troppo Seavessi per la perdita della sua mammesca dignità, se quando a un certo punto il piccolo infame squaletto ha urlato 

UUUUUUUAAAAAAAAARGHSONOUNOQQUALOOOOOOO
(tipico verso degli squali cuccioli che necessitano di affermare la propria identità

e le ha azzannato il Lato B lasciandole una notevole corona di squaleschi dentini sulla chiappa sinistra, ecco non si può biasimare troppo Seavessi se in tale avversa circostanza ha rovesciato i broccoli e il curry  e ha proferito una sequela di espressioni di fronte a cui Tata Lucia scuoterebbe seriamente il ditino disapprovatore.

Vero?



martedì 15 marzo 2011

Heroes

La Tina chiama e Seavessi risponde, anche perché la chiamata è davvero irresistibile. Un elenco (la Tina ne ha messi 5 ma Seavessi se ne è concessi  due di più) dei nostri eroi di carta.
Sembra niente, dire eroe di carta. 

Ma Seavessi è da sempre vittima di una fantasia che non sa controllare, che le colora il mondo intorno.Uno dei sintomi della ritrovata serenità di Seavessi è che ha ricominciato a innamorarsi due volte la settimana. 

Seavessi si innamora di una frase (tanto per dirne una, è andata in visibilio per un commento di Stresserentola: lo scrivere non è altro che una forma raffinata di silenzio), Seavessi si innamora dei protagonisti dei libri, Seavessi si innamora di Michael Stipe. E’ il modo di Seavessi di essere se stessa.

Quindi questa è la mia, estemporanea, lista di personaggi purtroppo fantastici, ma che nonostante questo, o proprio per questo, hanno un posto importante nella mia vita.

  • Mauro Belli,  do you know? La sera in cui è “morto”, Seavessi era in conf call con tre colleghe (vedi le meraviglie della tecnologia) e tutte quante singhiozzavano come vitellini di latte, mentre i mariti perplessi valutavano se chiamare il 118 o abbandonare le consorti al loro triste destino e andare in cucina a leggere Tuttosport. NB le virgolette di “morto” sono perché Seavessi in fondo in fondo continua a sperare che prima o poi si scopra che non era morto ma solo rapito dagli alieni o da uno sceicco arabo o qualcosa del genere.
  • Ray Kinsella. Questo è più difficile, è il protagonista di un film non troppo noto, L’Uomo dei Sogni, con Kevin Costner. Qui forse solo Lucy capirà fino in fondo l’attrazione morbosa di Seavessi per questo film; in sostanza Ray Kinsella è un agricoltore che vive con la famiglia nell’Iowa, e a un certo punto sente una voce che gli dice di costruire un campo da baseball, se lo costruisci lui ritornerà. Argh, non riesco a spiegarmi, andatevi a vedere il film che vale la pena.
  • Darcy – quello vero del libro, non il marito di Liz ;-). E dai, chi non si è mai innamorata di Darcy??? E’ una tappa imprescindibile dell’educazione sentimentale.
  • I personaggi di Hotel New Hampshire (il libro di Irving, non il film), tutti, ma per dirne uno diciamo Franny. Sono tutti personaggi di sogno, eroi ognuno a modo loro, ognuno a suo modo impegnato a continuare a passare oltre le finestre aperte.
  • Dylan Dog. OOOOOOOOOOOOOOh my, quanto l’ha amato Seavessi... quanto lo ama ancora.  A parte che le ha fatto lo splendido regalo di dare il suo nome a una delle protagoniste degli album più belli (sì, il n.74, proprio lui, Dylandoghiste del mi corazon). Come si fa a non amare Dylan? Ironico, triste, allucinato, innamorato. Non si può non amare alla follia Dylan (e Groucho).

  • Curls il sarcastico. È un personaggio di un fumetto meraviglioso che si chiama B.C., di Johnny Hart., che parla delle vicende di questo gruppo di omini preistorici. Molte strisce sono autentici gioielli, e Seavessi in particolare ama quella incui B.C., il protagonista, introduce un nuovo personaggio al gruppetto.
BC _amici, vi presento Curls il Sarcastico.

Amici _ciao Curls, dicci qualcosa di sarcastico.

Curls _piacere di conoscervi.

  • Jack Folla, il mitico Jack Folla, creato da Diego Cugia e protagonista di Alcatraz, voce di monologhi di una bellezza disarmante, fra cui questo, molto famoso, che sicuramente avrete già letto, ma che Seavessi vorrebbe cogliere l’occasione per dedicarvi, a tutte voi – a tutte noi.
Ognuna a suo modo, siamo tutte donne in rinascita.



Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita. Quando si rimette in piedi, dopo la catastrofe, dopo la caduta, che uno dice…è finita. No. Finita mai, per una donna. Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole.

Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina antiuomo che ti fa la morte o la malattia. Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l’esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina hai un esame peggio che a scuola….Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà, deciderai se sei all’altezza o se ti devi condannare.
Così ogni giorno e questo noviziato non finisce mai, e sei tu che lo fai durare. Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo, che sei terrorizzata che una storia ti tolga l’aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno si infiltri nella tua vita.

Peggio, se ci rimani presa in mezzo tu, poi ci soffri come un cane. Sei stanca. C’è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto, e così stai coltivando la solitudine dentro casa. Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre….”io sto bene così, sto bene così, sto meglio così”…e il cielo si abbassa di un altro palmo.

Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasque, in quell’uomo ci hai buttato dentro l’anima, ed è passato tanto tempo e ce ne hai buttata talmente tanta, di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio, perché non sai più chi sei diventata.

Comunque sia andata, ora sei qui. E so che c’è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento. Dovunque fossi, ci stavi stretta. Nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine, ed è stata crisi. E hai pianto. Dio, quanto piangete. Avete una sorgente d’acqua nello stomaco. Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino. Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.

E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l’aria buia ti asciugasse le guance.
E poi hai scavato, hai parlato…quanto parlate ragazze. Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore….”perché faccio così?”…”com’è che ripeto sempre lo stesso schema?”…”sono forse pazza?”…Se lo sono chiesto tutte. E allora… vai, giù con la ruspa nella tua storia, a due, quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli, un puzzle inestricabile.

Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi? E’ da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai. Perché una donna ricomincia comunque. Ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti.

Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova “te”, perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa. Non puoi più essere quella di prima, prima della ruspa…
Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente, innamorarsi di nuovo di sé stessi o farlo per la prima volta è come un diesel, parte piano. Bisogna insistere, ma quando va in corsa… E’ un’avventura ricostruire sé stesse, la più grande. Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende, o dal taglio dei capelli.

Io ho sempre adorato donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo “sono nuova” con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo. Perché tutti devono vedere e capire…”attenti…il cantiere è aperto…stiamo lavorando per voi… ma soprattutto per noi stesse…”.

Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia, per chi la incontra e per sé stessa. E’ la primavera a novembre, quando meno te la aspetti.

lunedì 14 marzo 2011

il piacere sottile della pioggia

Seavessi è sopravvissuta –non del tutto indenne – a un venerdì di pulizie intensive (Mrs Flylady santa subito) e a un WE di raffreddore e febbre suo, dell’Infanta e del resto della famiglia. 
Stamattina Seavessi ostenta una voce che sembra Marco Carta dopo una notte di piomba da tequila, e per questo motivo è stata diffidata da Wondermary dal parlare, perché non è proprio possibile cominciare la settimana ascoltando Seavessi che parla come Marco Carta.
Quindi Seavessi scrive – e diffida chi legge dall’immaginarsi quanto scrive letto con la voce di Marco Carta.

Seavessi nonostante il WE  buio e tempestoso continua con il suo mood primaverile, e nel WE ha preso alcune fondamentali decisioni.


  • Seavessi domenica pomeriggio ha pisolato, cosa che non faceva da almeno 10 anni se non in presenza di febbroni da minimo 39.5°. Seavessi ha amichevolmente mandato a ramengo la cucina da sistemare e i panni da stirare, e si è riposata. Si è riposata al punto che l’Infanta ci ha poi messo quasi un’ora per svegliarla, e ha approfittato della genitrice comatosa sul divano per mangiare un uovokindèl clandestino e rompere definitivamente i vecchi e amati occhiali rossi di Seavessi. Cosa c’entra col mood “sto rifiorendo come una foglia su un ramo”? C’entra che Seavessi sta, timidamente, provando il brivido di non avere tutto sotto controllo. Il lusso dell’imperfezione, la gloria del _sono stanca e mi riposo. E’ stato stranissimo.
  • Seavessi, rinfrancata dal pisolo, ha condotto una campagna senza esclusione di colpi contro il suo armadio, coadiuvata dal suo luogotenente l’Infanta che teneva il sacco della spassumièla (spassatùla + pattumièla). Ha buttato quasi tutte le felpe del ’93, i pantaloni sformati e le magliette macchiate con cui è usa paludarsi fra le mura domestiche, perché ha realizzato che la deprimono, e a breve investirà qualche decina di pleuri in abiti-da-casa nuovi e colorati. OOOOOOOOOOOOOOOOOh yes.
  • Seavessi ha giocato alle signòle e ha riappacificato le Bambole che litigavano tra loro.


Seavessi ha guardato l’Infanta che scrutava preoccupata fuori dalla finestra il giardino sotto la pioggia.

Infanta _mamma piove tanto...

Seavessi _sì amore, ma noi ce ne stiamo qui in casa al calduccio.

Infanta (visibilmente commossa) _gli squali si bàgnano... povelìni.

Seavessi incerta sul da farsi ha messo fuori un piattino di latte caldo per gli squali. 

giovedì 10 marzo 2011

Remember, love's stronger, remember, love walks tall.

Verrà la primavera.

Questo è un mammablog, e Seavessi principalmente parla dell’Infanta, a volte di se stessa, molto poco di quello che le sta intorno. Non è casuale.

Gli ultimi 18 mesi sono stati pesanti per Seavessi e MaritoNP. A un certo punto, si svegliavano la mattina, sgrunteggiavano vicendevolmente e cercavano di evitarsi il più possibile.

Certo che provavano a volte a riprendere in mano la situazione, ma era come parlarsi fra sordi, ognuno nascosto dietro i difetti dell’altro.

Il problema è che Seavessi e MaritoNP hanno modi di litigare assolutamente diversi e incompatibili. 
Seavessi attacca briga, MaritoNP svicola. Seavessi alza la voce, MaritoNP va in un'altra stanza, Seavessi urla, MaritoNP la guarda infastidito.

Alla fine del giro è successo che Seavessi è entrata in power-saving mode, ha escluso  tutte le funzioni non indispensabili alla mera sopravvivenza, ed è implosa come un albero che perde le foglie e spera che l’inverno non sia troppo lungo e freddo.

Seavessi si è spenta, e ha lasciato acceso solo il led (che è pure antiecologico).
Il blog è nato in quel momento, ed era il led di Seavessi, la parte che doveva restare accesa e viva. Ma perché tale restasse, doveva essere assolutamente segreta e privata.

Seavessi si è nascosta nel blog.

Poi a un certo punto, a fine gennaio, è successo qualcosa. Ma Seavessi non ha davvero idea di cosa sia stato.
Seavessi e MaritoNp hanno discusso, e urlato a bassa voce (dover urlare a bassa voce è una delle cose più terribili dell’essere genitori). E a un certo punto a Seavessi è uscita fuori una frase, nemmeno pesante, nemmeno forte, e MaritoNP si è zittito.

E’ sbiancato.

Ha spalancato gli occhi chiari così simili a quelli dell’Infanta.

Ha detto _ti sei sentita così? ORA ho capito.

Magicamente, quasi da un momento all’altro, il mondo ha ripreso a girare e ad avere un senso.
Seavessi ci ha messo più di un mese per crederci.

Ma questa settimana, Seavessi si è accorta che le stanno rispuntando le foglie.

Ha ricominciato a leggere con gusto e quel piacere quasi fisico che danno i buoni libri

Ha ricominciato a guardare i video dei REM

Ha riso, ha riso un sacco, ha riso con i colleghi stupiti, ha riso con la Tina che l’avrà presa per scema, ha riso fino alle lacrime con l’Infanta, con MaritoNP che neanche si ricordava che suono ha Seavessi che ride.

Ha riso senza motivo e con ogni scusa.

Seavessi, per la prima volta dopo un sacco di tempo, si sente i polmoni pieni d’aria pulita, e crede che la cosa migliore da farne sia ridere.

E voleva condividere questo momento con le blogamiche, e le amiche riscoperte via blog, che non lo sanno ma le hanno tenuto la mano attraverso una notte molto, molto lunga.



Grazie.

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